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Bene; ci proviamo. E diciamo innanzitutto che Outcast è una serie che fa molta meno paura di quanto si penserebbe e che alla dimensione esoterica, misteriosa, demoniaca, affianca piuttosto un gusto splatter e tante atmosfere di provincia care anche a lavori come The Walking Dead.
E in Outcast quel senso di oppressione, di mistero, che nasce anche dalla quiete solo apparente di una piccola comunità, trova un proprio spazio nella storia di Kyle Barnes (Patrick Fugit) un uomo perseguitato da vicende di possessione che ritorna nella propria città di nascita e che si ritrova di nuovo di fronte all’ennesimo caso di esorcismo.
L’orrore però qui non è solo suggerito, indicato, ma è reale come lo sono le piaghe che affliggono i mostri della nota serie zombie. Ci sono sangue, botte, levitazioni, corpi che si torcono inspiegabilmente e che in questo processo non risparmiano nemmeno la categoria più innocente di tutte: quella dei bambini. C’è poi la sofferenza del corpo e quella dell’animo di chi lotta contro il Male, entrambe esibite, veloci, violente e reali. Per questo, se vi aspettate un horror di atmosfere, di suspense, questa non è la serie per voi.

Ma se amate il genere splatter, al quale Kirkman ha dato molto respiro in questi anni creando delle dinamiche psicologiche e delle storie veramente intense e ben costruite intorno a personaggi negativi, eroi imperfetti e soprattutto grandi ritratti umani, troverete nella serie una preziosa e inquietante compagna di viaggio.
Nulla di innovativo, però; piuttosto parliamo di lavoro eccellente che turba la psiche in maniera non originale ma riuscita. Infine una curiosità; il soggetto Outcast è nato prima in televisione come soggetto di una serie a fumetti creata dallo stesso Kirkman e illustrata dal disegnatore Paul Azaceta.
Outcast in onda in Italia dal 6 giugno alle 21.00 in contemporanea mondiale su FOX.