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Venuto al mondo - La recensione in anteprima

Quarta regia per Castellitto, coraggiosa ma piena di luoghi comuni

Venuto al mondo - Emile Hirsch, Penelope Cruz

15.10.2012 - Autore: Adriano Ercolani, da New York
Il passato torna in maniera prepotente nella vita di Gemma quando riceve la telefonata del vecchio amico Gojco, il quale la invita a ritornare a Sarajevo molti anni dopo la fine del conflitto. La donna decide di partire portando con sé suo figlio Pietro, a cui è legato il ricordo di Diego, giovane fotografo che Gemma ha conosciuto negli anni ’80 proprio nella ex-Jugoslavia. Ripercorrere le tappe della sua passione per quell’uomo, l’amore che li ha legati per anni nonostante la scoperta della sterilità di lei, l’orrore della guerra che li ha segnati per sempre, riporterà a sanguinare vecchie e profondissime ferite che Gemma credeva rimarginate.

Venuto al mondo recensione Sergio Castellitto Penelope Cruz Emile Hirsch - Penelope Cruz e Emile Hirsch

Dopo Non ti muovere e La bellezza del somaro, ecco presentata al Toronto Film Festival la terza collaborazione tra la scrittrice Margaret Mazzantini e l’attore/regista/marito Sergio Castellitto. Se il primo incontro si era rivelato fruttuoso a livello artistico e il secondo comunque bizzarro nonostante tutti i suoi difetti, questo nuovo Venuto al mondo è un’operazione abbastanza complicata da assimilare. Tutti i flashback ambientati prima e durante la guerra di Bosnia-Herzegovina contengono infatti una serie di luoghi comuni, sia nel racconto che nella definizione dei personaggi. La figura di Diego ad esempio, nonostante un brevissimo dialogo che ne racconta velocemente la backstory, agisce come un “tipo fisso” caratterizzato in maniera troppo approssimativa, per nulla sfumato poi dall’interpretazione scoordinata di un Emile Hirsch che ultimamente non sembra più trovare l’ispirazione dei tempi passati. Come melodramma sulla ricerca delle proprie radici e sull’accettazione dell’orrore del conflitto, Venuto al mondo sbaglia approccio e si perde in quadretti inefficaci. Castellitto poi non riesce a focalizzare bene ciò che vuole raccontare e la sua messa in scena propone momenti di retorica come la scena in cui i protagonisti ballano sulla musica dei Nirvana mentre fuori dalla finestra si vedono le bombe che devastano Sarajevo. Se voleva essere una metafora, avrebbe dovuto essere presentata con maggiore sensibilità.

Se all’inizio Venuto al mondo è un lungometraggio completamente scentrato, bisogna però ammettere che nella seconda parte si compatta, pur rimanendo un melodramma non particolarmente coinvolgente. La storia trova un centro narrativo più definito, gli eventi si susseguono con maggiore logica, e soprattutto ci sono molti meno scivoloni verso l’ovvio. Il film arriva in porto in maniera più accettabile di come era partito.

Venuto al mondo recensione Sergio Castellitto Penelope Cruz Emile Hirsch - Cast e autori al Festival di Roma 2011

Per quanto riguarda la direzione degli attori abbiamo detto di un Emile Hirsch eccessivamente sopra le righe, poco aiutato comunque da un carattere mal scritto. Meglio riesce a fare Penélope Cruz, discreta ma niente più nell’approfondire il personaggio di Gemma. Anche a lei purtroppo vengono affidati alcuni dialoghi difficili da rendere credibili. Alla fine come sempre il migliore in scena è proprio Sergio Castellitto, il quale nelle poche scene a disposizione rimane comunque asciutto e credibile.

In uscita l'8 novembre, Venuto al mondo è distribuito da Medusa.