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Un 'provinciale' di talento

E' così che si definisce quel mattatore di Filippo Timi, uno dei migliori attori attualmente in circolazione. Il suo Guido in "La doppia ora", ultimo film italiano in concorso a Venezia, ne è l'ennesima dimostrazione. Dal 9 ottobre nei cinema.

Filippo Timi

10.09.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi
E’ stato Benito Mussolini, un padre con tendenze naziste, un operaio, un anarchico nella Russia degli Zar, un seminarista che non trova la fede e abbandona la strada intrapresa. Questi sono solo alcuni dei ruoli che Filippo Timi, da Ponte San Giovanni piccolo paese in provincia di Perugia, ha interpretato ultimamente al cinema. Ma la sua formazione teatrale è di altissimo livello. Timi è della scuola di Giorgio Barberio Corsetti. Nonostante la sua escalation e l’ammirazione che trova da parte di addetti ai lavori e pubblico, Timi ci tiene a sottolineare che lui si sente ancora: “Un provinciale con sempre il dubbio dentro di sé di non essere in grado di fare quello che gli viene richiesto. Ma è buono che sia così, è una parte sana che voglio coltivare e mantenere. Questo atteggiamento ti permette di tenere i piedi per terra e vedere la realtà nelle giuste proporzioni”.

In La doppia ora di Giuseppe Capotondi, esordiente e in concorso alla Mostra di Venezia, Timi è Guido un ex-poliziotto ora guardiano di una villa che si innamora di una misteriosa cameriera di origini slave, Sonia (Ksenia Rappoport) incontrata ad uno speed date. Da qui si sviluppa un thriller con ambientazioni noir che ci racconta di una storia d’amore senza prospettive e di un mondo di personaggi ambigui e poco raccomandabili. “Guido – ci dice Timi – è un uomo che inizialmente cerca solo sesso poi si innamora e decide di mettere il suo cuore a nudo. Innamorarsi a 35 anni, rischiando il tutto per tutto è coraggioso. Quindi Guido mi piace è uno che preferisce non recludere il suo cuore”.

Le piacerebbe interpretare un ruolo comico? “Moltissimo – dice Timi – Adoro le commedie anche quelle demenziali. Ma come attore non vorrei interpretare un ruolo scritto da sceneggiatori che vogliono far ridere con scorregge e tettone. Aspiro ad una commedia più alta, che noi italiani siamo stati e, a volte, ancora siamo in grado di fare”. Intanto se volete vedere Filippo Timi alle sue origini, ovvero in teatro, non perdetevi il suo ultimo spettacolo scritto, diretto e interpretato dall’attore: Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioches.

Per saperne di più
Filippo Timi è Mussolini in Vincere