
5. Matt Hunter in “Invasion U.S.A.”
Come “Alba rossa”, ma con Chuck Norris! “Invasion U.S.A.” ci mostra truppe di guerriglieri comunisti latino-americani che approdano in Florida e, naturalmente, vendono droga in cambio di armi. Perché secondo i realizzatori i comunisti fanno questo... Poi entra in scena Chuck Norris, che fa l'agente della CIA in pensione finché non scopre che la sua vecchia nemesi, il russo Rostov, comanda la spedizione e lo vuole morto. Tutti contro Zio Sam, verrebbe da dire. Ma non temete: c'è Chuck, che risolve tutto a colpi di mitra e calci volanti. Perché, ricordate: “Quando l'uomo nero va a letto, la sera, controlla che nel suo armadio non ci sia Chuck Norris”.

4. Maverick in “Top Gun”
Se a quarantanove anni suonati Tom Cruise può ancora permettersi di giocare a fare l'eroe action, lo deve soprattutto a quel ruolo che interpretò ormai venticinque anni fa in “Top Gun” di Tony Scott. Maverick, oltre a essere un'icona degli anni Ottanta, è anche da considerare uno dei personaggi più reaganiani in uno dei film più sfacciatamente repubblicani di sempre. C'è più di una punta di cinema di propaganda in questo racconto di amicizie virili forgiate attraverso la battaglia e l'addestramento militare. Maverick ha i suoi bei problemi a convivere con la morte del padre e del suo migliore amico Goose, ma quando la Patria chiama, l'individualismo viene messo da parte e il gioco di squadra vince contro quelle carogne rosse. God Bless America!

3. Harry Stamper in “Armageddon”
Poteva mancare Michael Bay in questa Top Five? Il regista di “Transformers 3” riuscirebbe a rendere patriottico anche lo spot dello yoghurt dimagrante. “Armageddon” è a prima vista una storia di fantascienza che vede un manipolo di rudi operai fronteggiare la minaccia di un asteroide gigantesco. In mano a Bay diventa un canto epico dove le fiere figure dei Veri Eroi Americani si stagliano livide all'orizzonte, bagnate dall'inarrivabile bellezza del Tramonto Americano, un eterno tramonto che rende tutto più trionfante e leggendario. E poi c'è la solita epopea dell'uomo comune che è più capace e ne sa di più di quegli intellettuali da quattro soldi, perché si è fatto da sé e col sudore della fronte ha trovato il suo posto in questo grande Paese, patria dei liberi, terra dei coraggiosi. Toccherà infine proprio all'eroe working class Bruce Willis sacrificarsi per salvare il pianeta: il finale è un tripudio di bandiere americane che neanche alla Casa Bianca. Questo è Michael Bay. Questa è l'America.

2. Rocky Balboa in “Rocky IV”
“Se io posso cambiare, anche voi potete cambiare”: a pronunciare questa frase, dall'alto della sua emiparesi facciale, il buon vecchio Sly Stallone, che quando eravamo piccoli ci sembrava il baluardo del pensiero occidentale. Alzi la mano chi, negli anni Ottanta, non ha usato quel discorso come materiale da tema scolastico sulla divisione tra est e ovest. Nell'ambito del cinema reaganiano, “Rocky IV” è un assoluto capolavoro: Rocky Balboa è l'emblema della seconda chance e del Sogno americano, è cresciuto nei bassifondi e si è costruito la fortuna con le proprie mani. Perciò niente di strano quando lo vediamo allenarsi nella neve, a spaccare legna a ritmo di synth-pop, tra gli sguardi dei villani che tradiscono stupore misto a fierezza, mentre il suo avversario si prepara in una tecnologica palestra collegato alle macchine di regime, mentre gli viene somministrato un cocktail di doping. Alla fine, l'umano vince il robot e i russi cambiano idea... tutto grazie a un culturista italo-americano!

1. Il presidente Thomas J. Whitmore in “Independence Day”
“Non possiamo più essere consumati da diversità insignificanti. Saremo uniti dal nostro comune interesse”, dice il presidente Whitmore (Bill Pullman) prima del contrattacco finale contro gli invasori di “Independence Day”. Ma se pensate che l'America possa limitarsi a fare la propria parte timidamente, pensateci di nuovo! “Può darsi sia destino che oggi sia il 4 luglio, e ancora una volta combatterete per la nostra libertà”. Ah, ecco. “E se dovessimo risultare vincenti, il 4 luglio non sarà più ricordato solo come una festa americana”. Ma intanto, guarda caso, di una festa americana si tratta. Insomma, il mondo è tutto un vago satellite all'impero USA, e pensando che dietro a tutto ciò c'è un regista tedesco si resta davvero preplessi. Poi si sorride ricordando che, anni più tardi, il democratico Emmerich avrebbe allegramente preso per i fondelli Bush e compagnia in “The Day After Tomorrow” e "2012"...
Vi ricordiamo che "Captain America: Il primo Vendicatore" è distribuito nelle sale da Universal Pictures
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