NOTIZIE

Top Five: buon compleanno, Mr. Pacino!

Al Pacino compie 70 anni: noi abbiamo deciso di festeggiarlo ripercorrendo la sua carriera a suon di ruoli entrati nella leggenda. Siete pronti a seguirci?

Al Pacino

25.04.2010 - Autore: Marco Triolo
La leggenda Al Pacino compie settanta anni, quarantadue dei quali passati davanti alla macchina da presa a interpretare alcuni dei ruoli più famosi della storia del cinema, da Tony Montana a Michael Corleone, passando per Vince Hanna e Frank Serpico. Un traguardo notevole che noi abbiamo deciso di celebrare con una galleria dei personaggi e delle interpretazioni più riuscite dell’attore. Si parte…

Al Pacino in Quel pomeriggio di un giorno da cani

5. Sonny Wortzik in “Quel pomeriggio di un giorno da cani” (1975)
Basato su una storia vera, “Quel pomeriggio di un giorno da cani” è la seconda collaborazione tra Al Pacino e Sidney Lumet. Un classico del cinema di rapina, ma questo lo sanno anche i sassi. Quello che colpisce è il personaggio di Sonny interpretato da Pacino: un omosessuale sposato che ha un relazione con un transessuale, e ha deciso di rapinare una banca anche per pagare l’operazione chirurgica dell’amante. Fermatevi un attimo a pensarci: un rapinatore gay in un poliziesco del ’75, interpretato da Al Pacino! Non è già imperdibile così? E il bello è che l’orientamento sessuale di Sonny non è nemmeno gridato, anzi passa in secondo piano, è un semplice dato di fatto. Pacino fa di tutto per rendere il suo personaggio simpatico, e ci riesce pienamente. Accanto a lui, c’è John Cazale, che nei panni di Fredo fu eliminato da Michael Corleone ne “Il padrino parte II”.

Al Pacino in Heat - La sfida

4. Vince Hanna in “Heat – La sfida” (1995)
L’incontro del secolo, anche se si “incontrano” davvero solo per cinque minuti. Eppure, come non rimanere estasiati nel vedere al lavoro due dei massimi interpreti del genere poliziesco del ventesimo secolo? Robert De Niro e Al Pacino, Beatles e Rolling Stones, ladro e poliziotto avanti con l’età ma ancora imbattibili nei loro rispettivi mestieri, sono avversari che si danno la caccia ma non possono vivere l’uno senza l’altro: un po’ la metafora delle loro carriere. “Un grandioso affresco sul caso, l’ironia della sorte, le coincidenze e le scelte”, diretto con magistrale senso del cinema da Michael Mann, capace di gestire due attori debordanti che però non cercano mai di prevalere l’uno sull’altro, o sul film. E’ entrata nella leggenda la scena in cui Hanna e McCauley si incontrano nel bar, scambiandosi in zona neutrale i propri punti di vista. Una pietra miliare del poliziesco moderno.

Al Pacino in Scarface
 
3. Tony Montana in “Scarface” (1983)
L’ascesa e la caduta del gangster cubano Tony Montana assumono i contorni di una saga epica, grazie alla sceneggiatura di Oliver Stone, alla regia di Brian De Palma e alla straordinaria interpretazione di Pacino: il suo Scarface è uno spaccone pieno di boria, eccessivamente sicuro di sé e per nulla intimorito dal suo status di straniero in terra straniera. Anzi, “questo posto è il Paradiso”, ghigna parlando della sua Miami, una città da spremere fino all’ultimo centesimo, fino a che non sarà il mondo a cadere ai suoi piedi. Dal primo minuto, immaginiamo già come andrà a finire, ma non importa: quel che conta è assistere alla caduta, colossale, totale ma allo stesso tempo quasi eroica. Al punto che Tony Montana è diventato un’icona del cinema, ma i benpensanti hanno ben poco di cui lamentarsi: nemmeno per un minuto, De Palma o Pacino lo dipingono come un personaggio simpatico o piacevole. Tony è un animale, rozzo, violento e istintivo. Uno squalo in un mondo di squali, dove non c’è redenzione.

Al Pacino in Serpico

2. Frank Serpico in “Serpico” (1973)
Uno dei migliori cop movie di sempre, “Serpico” è anche la prima collaborazione tra Pacino e il regista Sidney Lumet: un’accoppiata vincente che ci regala l’intensa storia vera di uno sbirro incorruttibile nella New York degli anni ’60 e ’70. Al Pacino si è immerso totalmente nel ruolo, al punto da chiedere consiglio al vero Frank Serpico, che però fu estromesso da Lumet, il quale temeva che la sua presenza influenzasse troppo gli attori. Tutte le riprese furono effettuate a New York, col risultato di rendere la città viva, reale, co-protagonista delle vicende. Pacino, molto più contenuto e asciutto rispetto ai ruoli successivi, ha reso il poliziotto hippie che ama vivere nel Village, frequentare gli artisti e prendere lezioni di ballo a costo di essere guardato come omosessuale dai colleghi, una figura tragica, un baluardo di integrità in un mondo corrotto. Non poteva che finire molto in alto nella nostra classifica, battuto solo dal gigantesco affresco mafioso di Coppola.

Robert De Niro e Al Pacino in Il padrino - Parte II

1. Michael Corleone in “Il Padrino – parte II
Alcuni dicono che sia l’episodio migliore della saga, noi l’abbiamo scelto semplicemente perché è quello in cui Pacino ha più spazio per brillare. Se infatti il primo “Padrino” era il resoconto degli ultimi anni di Don Vito Corleone, la seconda parte narra l’ascesa al potere di suo figlio Michael, un tempo rampollo idealista e colto che non voleva mischiarsi con gli affari di famiglia, ora sempre più immerso nello stesso universo paterno. Al punto da perdere l’amore della moglie, al punto da sacrificare lo stesso fratello Fredo (Cazale) per il bene del “business” (in una sequenza agghiacciante). Una parabola che dimostra come sia impossibile lasciarsi alle spalle la violenza, quando è così indelebilmente legata al nome della propria famiglia, come suggerisce la contrapposizione con la storia del giovane Vito, interpretato da Robert De Niro. Ancora un protagonista potente e tragico, per un Pacino che non si sarebbe mai più ripetuto a questi livelli, anche se la sua performance nel seppur inferiore “Il padrino parte III” non è da meno. Vittoria schiacciante, senza alcun dubbio.

Al Pacino e Chris O'Donnell in Scent of a Woman

Menzione speciale per “Scent of a Woman – Profumo di donna di Martin Brest, remake dell’omonimo film di Dino Risi: Pacino gigioneggia un sacco, e il film è quel che è – un po’ retorico e intriso di buonismo hollywoodiano. Però il tenente colonnello cieco Frank Slade non si dimentica facilmente, e per questo gli valse l’Oscar. Nonostante gli anni (e i chilometri), Al Pacino sembra non avere intenzione di fermarsi: noi gli auguriamo dal profondo del cuore altri cento di questi film.

Happy Birthday, Al! 

Per saperne di più
Fotogallery - I settanta anni di Al Pacino