“Ne sapevo abbastanza da fare più di quello che ho fatto”. Quentin Tarantino rompe finalmente il silenzio di persona su Harvey Weinstein, dopo aver rilasciato un comunicato nei giorni scorsi. Nel corso di un'intervista, ha ammesso di aver sentito, negli anni, svariate storie sulla condotta di Weinstein, ma di averle sempre liquidate come incidenti isolati. E lascia trasparire tra le righe un rapporto di amicizia così importante (nelle scorse settimane, Weinstein aveva organizzato un party di fidanzamento per Tarantino) da avergli obnubilato la vista sulla vera natura del produttore che ha lanciato la sua carriera e distribuito tutti i suoi film.
“Erano più che voci, più che normali gossip”, ammette ora il regista. Citando un caso che lo toccò personalmente: quello di Mira Sorvino, molestata da Weinstein prima che diventasse la compagna del regista nel 1995. L'attrice gli confessò che Weinstein l'aveva massaggiata senza chiedere il permesso, che l'aveva poi inseguita per una stanza d'albergo e si era persino presentato a casa sua in piena notte. “Ero scioccato. Non riuscivo a credere che fosse così esplicito – ammette Tarantino – Ma all'epoca pensai che fosse solo molto infatuato di Mira e che per questo avesse oltrepassato terribilmente i limiti”.
Tarantino sapeva anche che Rose McGowan, una delle più attive accusatrici di Weinstein su Twitter, aveva raggiunto un accordo economico dopo un episodio a Cannes. E in una occasione, dopo che un'amica attrice gli aveva confessato un simile episodio, Tarantino arrivò persino ad affrontare Weinstein, che si pronunciò in blande scuse (l'attrice, contattata dal New York Times, conferma i fatti).
“Liquidavo tutto come l'immagine di un boss anni '50-'60 che insegue la segretaria intorno alla scrivania. Come se questo fosse ok”. “Tutto quello che dico ora suonerà come una pessima scusa”. E aggiunge: “Chiunque fosse vicino a Harvey aveva sentito di almeno uno di questi incidenti. È impossibile che non ne sapessero nulla”. Con questo, esorta gli altri uomini di Hollywood a non limitarsi a rilasciare comunicati: “Vorrei dir loro di non avere paura, di riconoscere che c'era qualcosa di marcio in Danimarca. Impegnatevi a comportarvi meglio con le vostre sorelle”.
Infine, Tarantino esamina la situazione gender a Hollywood, paragonandola a quella delle leggi Jim Crow che, nell'America pre Civil Rights Act, manteneva bianchi e neri “separati ma eguali”. “Un sistema che noi uomini tolleravamo”, ma che adesso “è indifendibile per chiunque abbia una coscienza”.
Fonte: The New York Times