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Sucker Punch, Alice in Wonderland coi mitra

Zack Snyder frulla tutta la cultura pop del Ventesimo Secolo, dai manga, al fetish, alla fantascienza anni Cinquanta, per il suo nuovo e stordente action movie

Sucker Punch

14.03.2011 - Autore: Marco Triolo
“Alice in Wonderland con i mitragliatori”. Fermatevi un attimo, assimilate il concetto e potremo proseguire. Ci siete? Bene. Perché è così che Zack Snyder ha definito il suo nuovo film, “Sucker Punch”, e se non siete disposti ad accettare questa premessa, tanto vale che andiate rivedere “Il discorso del Re” o rimettiate nel lettore DVD “Watchmen”.

Se c'è un regista che non si ferma mai, quello è Zack Snyder: da quando, nel 2004, assurse agli onori della cronaca grazie al suo ottimo esordio, “L'alba dei morti viventi” (considerato a ragione uno dei migliori remake degli ultimi anni), il regista ha diretto cinque film, uno più ambizioso dell'altro. L'apice dell'ambizione lo ha raggiunto con il già citato “Watchmen”, adattamento di un classico del fumetto di Alan Moore e Dave Gibbons, giudicato “infilmabile” persino da Terry Gilliam. Nonostante un sforzo tanto audace (ripagato, purtroppo, da uno scarso successo al botteghino), Snyder non si è riposato e ha sfornato nel frattempo altri due film: il lungometraggio animato “Il regno di Ga'Hoole” e, appunto, “Sucker Punch”. E adesso si appresta pure a rilanciare il papà di tutti i supereroi con “Superman: Man of Steel”. Un regista che definire eclettico non basta: è un vero schizofrenico della macchina da presa.

Zack Snyder sul set

Frullando un po' tutto l'immaginario pop dell'ultimo secolo, tra videogame, cabaret, fetish, manga e fantascienza anni Cinquanta, Snyder ha prodotto, con “Sucker Punch”, un action movie adrenalinico ricco di riferimenti visivi che non mancherà di saziare l'appetito dei nerd più intransigenti, anche se rischia seriamente di risultare un boccone indigesto per tutti gli altri. Per realizzarlo, il regista si è guardato indietro, e precisamente alla tecnica utilizzata per “300”: quindi, abbasso i set reali e via con il green screen, per creare una serie di sequenze di lotta altrimenti impossibili da concepire. L'altro punto di forza, che dovrebbe vendere la pellicola anche a chi non ha troppo amato lo sfoggio di addominali di “300”, sono loro, le ragazze di “Sucker Punch”: Emily Browning, Abbie Cornish, Jena Malone, Vanessa Hudgens e Jamie Chung. Belle, giovani e avvolte in completini presi di peso dal mondo degli anime, che ne spogliano sostanziosi centimetri di pelle, le protagoniste del film sono pronte a combattere draghi, bombardieri B-52 e giganteschi cyborg. Ma su quali basi Snyder è riuscito a stipare così tanti mondi diversi nel suo nuovo film?

Emily Browning in una scena

Semplice: “Sucker Punch” si pone come ideale via di mezzo tra “Inception” e “The Ward” di John Carpenter, ed è ambientato quasi del tutto nelle architetture della mente. La storia è quella di Baby Doll (Browning), una ragazza che, negli anni Cinquanta, viene rinchiusa dal patrigno in un ospedale psichiatrico, ed inizia a inventare una realtà parallela per sfuggire almeno con la mente dalle sbarre che la tengono in trappola: “Baby Doll ha poco tempo per fuggire, così inizia ad arruolare le altre ragazze affinché l'aiutino a evadere”, rivela la Browning. Il suo ruolo, come quello delle altre protagoniste, ha richiesto molto allenamento: “Ci siamo allenate per tre mesi, prima di iniziare le riprese. Abbiamo imparato le arti marziali e ci siamo esercitate con le armi e nella scherma”.

Una sequenza musical

Non mancheranno persino numeri musicali, durante una sequenza ambientata in un onirico bordello gestito dalla maitresse Carla Gugino, che nella “dimensione reale” del film interpreta la psichiatra polacca Gorsky. Accostamenti azzardati, dunque, ma perfettamente in linea con quanto detto all'inizio sulle “schizofrenia” di Snyder: “Ho sempre tentato di fare film che mi interessassero, e che ritenessi cool”. Uno stile onnivoro che a volte può risultare pesante nella sua ricerca della perfezione formale e di quei toni dark che, da “300”, caratterizzano il cinema dell'autore. Certo, meglio l'abbondanza che la mancanza, ma viene da chiedersi se tutto poi non imploda in un onanismo fin troppo ermetico per il grande pubblico.

Sucker Punch” uscirà nei nostri cinema il 25 marzo, distribuito dalla Warner.