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Slam di Andrea Molaioli, negli Skate Park romani per raccontare l'adolescenza

Il regista capitolino ospite al Festival di Torino racconta la sua esperienza con Nick Hornby

21.11.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Un teen movie all'italiana lo Slam - Tutto per una ragazza presentato al Festival di Torino 2016 e adattato dal romanzo omonimo di Nick Hornby dal regista romano Andrea Molaioli. Che non a caso ha spostato la vicenda da Londra, dove era in origine, alla Roma che lo ha visto adolescente. Una scelta "emotiva più che necessaria", come la definisce lui stesso, convinto che fosse il modo "più semplice e complesso insieme" per raccontare l'adolescenza: "farlo nella mia città mi sembrava la scelta più naturale, non necessariamente logica".

Una Roma diversa, quella degli 'Skaters', che nella Capitale hanno due diversi luoghi di aggregazione: "Il primo a Viale Kant", dove per entrare "ci vuole il biglietto" e "quello 'di cinecittà', dove abbiamo girato, che è di proprietà del comune e libero"… un po' confinato, difficile da raggiungere con i mezzi". Una 'comunità' che il regista ha in qualche modo scoperto per l'occasione: "Non ero particolarmente ferrato sulla loro cultura, - ammette Molaioli, - ma mi sono calato piacevolmente nella scena romana degli skater, che abbiamo cercato di coinvolgere, anche per non saccheggiare quel mondo". "Abbiamo voluto riqualificare quell'aera, anche con degli sponsor, completare dei lavori che non erano stati finiti per fare in modo che dopo il nostro passaggio qualcosa rimanesse anche ai ragazzi", ricorda, sottolineando quello che è lo stile di vita di questi giovani: "Una filosofia forte… Fare skate significa cadere, farsi male, faticare per raggiungere un obiettivo, non abbattersi se non lo si raggiunge. Un elemento semplice che mi sembrava stesse bene nella storia, con i personaggi che a questa filosofia consapevolmente o no si richiamavano".

Come i tanti skater romani e napoletani convocati al Colosseo, "entusiasti di appropriarsi di uno spazio tanto emblematico", come il divertente 'Lepre' (Gianluca Broccatelli), "espressione di quella scena e che ci ha fatto scoprire quel mondo", ma soprattutto il protagonista Sam (Ludovico Tersigni), che ricorda di non essersi dovuto concentrare troppo per convincere il regista e che suggerisce di inserire un'ora di genitorialità sin dal liceo, e la sua Alice (Barbara Ramella), che ammette di essersi scoperta recitando questo ruolo. Due giovani trovati percorrendo strade diverse, ma provinando tantissimi attori fino a scegliere quelli che "potessero portare se stessi nel film, al di là della sceneggiatura".

"Era tempo che mi piaceva l'idea di raccontare il mondo dell'adolescenza - racconta ancora Molaioli, parlando delle origini del film, - e questa poteva essere una strada maestra per farlo". E, a partire da Jasmine Trinca, vero "punto fermo del film", utilizzata anche "nella selezione dei ragazzi, come supporto e consigliera", il film racconta il tentativo di degli adolescenti "di trovare una risposta che non li avvilisca e di riprendersi il proprio futuro, al di là di un senso di apatia generale, nel quale forse siamo noi a relegarli…"


Di seguito la sinossi ufficiale del film:
Samuele ha sedici anni e una grande passione per lo skateboard.  Passa le sue giornate con gli amici tra salti, evoluzioni e cadute, e coltiva un'amicizia tutta immaginaria con il suo eroe, Tony Hawk, il più grande skater di tutti i tempi. Sam vorrebbe andare all'università, viaggiare, magari vivere in California. Vorrebbe soprattutto essere il primo della sua famiglia a non inciampare nell'errore di diventare genitore a sedici anni, come è capitato a sua mamma e a sua nonna. È però difficile sfuggire al singolare destino della sua famiglia specie quando incontra Alice, lei è meravigliosa e sembra rappresentare tutto ciò che desidera…


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