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Quattro matrimoni e un funerale, un compleanno di 25 anni per un classico del cinema sentimentale

Era il 1994 e Hugh Grant diventava improvvisamente il supereroe della commedia romantica...

08.03.2019 - Autore: Pierpaolo Festa
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Siete ancora con noi? Ok adesso tornate con la mente alla prima volta che avete visto Quattro matrimoni e un funerale. E alle altre volte che siete tornati a vederlo. Sono tante le immagini che riaffiorano pensando al capolavoro – sì, abbiamo usato la parola appropriata – diretto da Mike Newell e scritto da Richard Curtis: la bellissima Andie MacDowell che entra in chiesa con un enorme cappello nero con cui fa innamorare il protagonista. Un parroco (Rowan Atkinson) al suo primo matrimonio che suda freddo quando deve pronunciare i nomi degli sposi per intero e poi alla fine ringrazia “lo spiritoso santo” o “the holy goat” se preferite (e cioè la capra santa), un gruppo di amici che tutti si augurano di avere e una proposta di anti-matrimonio nel gran finale.

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Prima di baciare la McDowell sotto la pioggia, Hugh Grant le dichiara il suo amore così: “saresti d’accordo di non diventare mia moglie? Credi che il fatto di non sposarmi è una possibilità che in qualche modo potresti valutare? Per il resto della tua vita?”. Lei risponde: "lo voglio", la macchina da presa si alza verso i cieli nuvolosi di Londra e noi ci ritroviamo con occhi spalancati e uno stupido sorriso che ci rimane incollato addosso per qualche minuto di troppo.

 
Sono passati venticinque anni e dopo un quarto di secolo possiamo dire che Quattro matrimoni e un funerale è a tutti gli effetti un classico. Il padre della commedia romantica britannica di fine millennio che arrivava negli USA l’11 marzo del 1994 (in Italia a ottobre di quello stesso anno) e da lì agli Oscar, candidato come miglior film e come migliore sceneggiatura originale. Rimasto a mani vuote, dato che quello era l'anno dello scontro tra Forrest Gump e Pulp Fiction. Il film di Newell è stato il primo di un filone di cinema sentimentale made in Britain curato da Richard Curtis. 
 
D’un tratto le storie d’amore più belle del cinema erano britanniche e non era necessario indossare abiti settecenteschi e mirare a un finale drammatico. Il lieto fine era possibile. Credibile soprattutto. Quei film erano così potenti che perfino la più grande icona romantica di Hollywood dovette partire in trasferta nel Regno Unito per rilanciare la sua carriera: ovviamente stiamo parlando di Julia Roberts e del suo lavoro con Grant in Notting Hill, film arrivato nel 1999 e sceneggiato nuovamente da Curtis. Poi è stata la volta de Il diario di Bridget Jones (2001) e due anni dopo è arrivato lo splendido Love Actually. La scrittura di Curtis lasciava il segno, la recitazione di Grant faceva anche di meglio.

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L'attore inglese è diventato dall'oggi al domani il supereroe della commedia sentimentale: occhialuto e impacciato come Clark Kent ma pronto a trasformarsi in Superman grazie al suo cuore grande e a un umorismo mirato a distruggere in primis sé stesso. “Richard mi odiava – ha dichiarato Grant -  Aveva un’idea diversa per il personaggio di Charles. Lo aveva basato su sé stesso. Un nerd con gli occhiali che non avrebbe mai conquistato la ragazza. Ha dovuto ricredersi”. Secondo lo stesso Grant il cast e la troupe di Quattro matrimoni e un funerale a un certo punto ha avuto la chiara sensazione che il film sarebbe stato un disastro: “poco prima della fine delle riprese abbiamo visto il girato e sembrava una roba abominevole! – ha raccontato l'attore, precisando però che le parti con Rowan Atkinson erano le uniche a funzionare veramente. Poi il battesimo del fuoco negli USA al Sundance e al Festival di Santa Barbara. E subito dopo il grande successo.

 
Una volta abbiamo chiesto a Richard Curtis se crede che le coppie che ha raccontato al cinema stiano ancora insieme. Lui ha replicato senza esitare: “Assolutamente no. Non puoi pensare le persone rimangano insieme per così tanti anni. Succede solo per la durata della commedia romantica. Sul serio credi che Richard Gere e Julia Roberts siano ancora insieme nell'universo di Pretty Woman? Non ne sono convinto”. Questo però non lo frena nel suo lavoro, Curtis è tornato spesso a scrivere storie romantiche e girare grandi film come Questione di tempo

Chissà però che fine hanno fatto i protagonisti di Quattro matrimoni e un funerale. E chissà come sarebbe ritrovarli nell'era della Brexit. Sono ancora innamorati cronici? Conoscere la risposta è tutt'altro che impossibile. Li ritroveremo infatti in One Red Nose Day and a Wedding, cortometraggio che Curtis ha scritto e Newell diretto riunendo gran parte del cast dell'originale allo scopo di promuovere le iniziative di solidarietà del Red Nose Day. "Siamo tutti decisamente più vecchi - ha dichiarato lo sceneggiatore, che nel 2017 aveva realizzato l'analoga operazione Red Nose Day Actually. - ma forse non più saggi. È stato molto divertente lavorare su cosa potesse essere successo ai diversi personaggi, e al loro ritorno per un quinto matrimonio. Durante il quale, al solito, non tutto andrà come previsto…"

Ecco il breve trailer di One Red Nose Day and a Wedding, corto che circolerà dal prossimo 15 marzo:



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