Le video interviste di Film.it a Favino, Giallini e Ramazzotti
Si ride di gusto, almeno per tre quarti del film, grazie a un cast in forma comica smagliante. Da una parte Verdone ci ripropone il suo ruolo iconico dello sfigato che continua a scavare oltre il fondo. Dall’altra i co-protagonisti lo spalleggiano: Pierfrancesco Favino, ben ritrovato in un ruolo comico, sembra un po’ il fratello minore del regista e si diverte anche lui a esplodere come l’Incredibile Hulk quando perde il controllo. Le grandi risate invece vengono provocate dal talento di Marco Giallini: l’attore italiano dell’anno (che in realtà recita da più di due decadi) torna ai personaggi istrionici e disgustosi, tanto cari alla commedia all’italiana di un tempo. Personaggi a cui è impossibile non voler bene. È lui a trascinare il ritmo eccellendo anche in una comicità fisica. Chiude il cerchio Micaela Ramazzotti che arriva al momento giusto per rendere il ritmo ancora più frizzante.
Se dunque il cast contribuisce a far passare in secondo piano una regia piatta troppo legata agli anni Ottanta, il vero grande problema di “Posti in piedi in paradiso” è una forzatura narrativa che si presenta nella lunghissima parte finale. Nel tentativo di affrettarsi a trovare una soluzione esistenziale per i tre protagonisti, Verdone frena sul ritmo, cercando un lieto fine obbligatorio.
Sulla carta una commedia a prova di bomba, ottimamente recitata e resa ancora più brillante dalle ossessioni verdoniane - con il regista che ancora una volta punta sul rock, sfoggiando perfino un paio di pantaloni appartenuti a Jim Morrison - l’esecuzione finale, però, è un’occasione mancata. Da un autore come Verdone si poteva puntare su più originalità e più cattiveria.
“Posti in piedi in paradiso” è distribuito da Filmauro.
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Posti in piedi in paradiso - La nostra recensione
Carlo Verdone assembla un cast perfetto, ma la sua divertente commedia arriva zoppicando a un finale stanco
03.03.2012 - Autore: Pierpaolo Festa