NOTIZIE

Placido presenta Vallanzasca a Venezia

Michele Placido porta fuori concorso al Lido il suo ultimo film, la storia del bandito Renato Vallanzasca. Ad accoglierlo, applausi e inevitabili polemiche.

Vallanzasca - Gli angeli del male

06.09.2010 - Autore: La Redazione
L'angelo oscuro di Michele Placido ha invaso oggi il lido: il regista ha presentato fuori concorso al Festival di Venezia il suo ultimo lavoro, Vallanzasca – Gli angeli del male, biografia poliziesca del famigerato bandito che negli anni Settanta fece tremare l'Italia e incantò le donne col suo fascino proibito. Una pellicola che non mancherà di suscitare polemiche, proprio per questo suo ritratto tra verità storica e mito, dominato dall'innata simpatia di un personaggio che ha sì ucciso, ma che ancora oggi riesce a incantare. “Renato Vallanzasca è un mito creato dalla stampa, che sbatte sempre il mostro in prima pagina. Ancora oggi, incontrandolo, si rimane sedotti dalla sua simpatia. Allo stesso tempo, però, era un criminale. E' lì che sta il mistero, ed è lì che sta il film”. E rincara la dose, con una frase che è destinata a far parlare del film e del suo autore per molti mesi: “Vallanzasca ha le sue colpe, ma ci sono persone che stanno i parlamento e che hanno fatto cose peggiori”.

L'arrivo del film al Lido è stato accompagnato dagli attacchi di coloro che hanno perso i loro cari per mano della banda di Vallanzasca: “Qui è una questione di libertà di pensiero e di espressione – ribatte il regista - Io rispetto il dolore delle vittime, e ho avuto delle remore, perché sono stato cresciuto in un collegio di preti e poi ho fatto il poliziotto. Però mi interessava raccontare un criminale, e Kim mi ha dato il coraggio, perché come attore non vedeva l'ora di affrontare un personaggio come questo”.

“Di Vallanzasca mi è piaciuto il fatto che non sia un furbo, un difetto che hanno molti italiani”, interviene la star Kim Rossi Stuart, che ricorda gli incontri con il vero bandito: “E' stata una parte del lavoro per prepararmi al ruolo. Ho cercato di assorbire le sue esperienze ai confini della realtà e di capire cosa far passare di questo nel film”.