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Oscar: poche sorprese, qualche delusione

Si è svolta a Los Angeles l'81sima cerimonia di consegna degli Academy Awards: Danny Boyle spalanca le porte di Hollywood con 8 statuette per il suo "The Millionaire". Il wrestler Mickey Rourke viene messo KO da Sean Penn.

Oscar: poche sorprese, qualche delusione

23.02.2009 - Autore: Pierpaolo Festa
Quando viene chiamato sul palco a ritirare il suo Oscar, l’inglese Danny Boyle (già regista di “Trainspotting”) fa tre salti di gioia: “Tanto tempo fa – racconta – avevo promesso ai miei figli che se un giorno avessi vinto l’Oscar avrei saltato sul palco come quel personaggio dei cartoni di Winnie the Pooh”. Il suo “The Millionaire” diventa oggi il miglior film del 2008 e fa mangiare la polvere a pellicole come “Il curioso caso di Benjamin Button” che aveva ottenuto tredici nomination.

Dopo cinque candidature a vuoto, la 33enne Kate Winslet ha finalmente stretto tra le mani la sua statuetta per la magnifica prova nel drammatico “The Reader”: “Mentirei se vi dicessi che non ho mai preparato il discorso di ringraziamento – rivela l’attrice – ho cominciato quando ero una bambina: immaginavo che lo shampoo fosse l'Oscar e parlavo davanti allo specchio”. Delusione, invece, per Mickey Rourke, colui che è stato all’inferno e a cui è stata concessa una seconda occasione: l’Academy ha preferito premiare Sean Penn per l’eccellente prova in “Milk”.

Altra delusione è stata la sconfitta dell’israeliano “Valzer con Bashir”, già rivale di “Gomorra” nelle fasi preliminari di selezione. A vincere come film straniero è stato il giapponese “Departures”. Infine, Penelope Cruz è riuscita a vincere come migliore attrice non protagonista per “Vicky Cristina Barcelona” di Woody Allen. Tra glamour, gossip e tanta ironia, il vero momento toccante è stato quello dell’Oscar postumo a Heath Ledger. Sul palco è arrivata la sua famiglia: “Vogliamo ringraziare l'Academy per aver riconosciuto l'eccezionale lavoro di nostro figlio. Se Heath fosse ancora qui, questo premio vi avrebbe dato conferma della sua determinazione di essere accettato dai suoi colleghi in un settore che amava così tanto".