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Nicolas Cage, cinque ruoli per riscoprirlo prima di 211 – Rapina in corso

Da Face/Off a Via da Las Vegas, ecco i ruoli che hanno definito il mito di Nicolas Cage al cinema

Nicolas Cage

12.06.2018 - Autore: Gian Luca Pisacane
L’eccentricità è il suo marchio di fabbrica. È il nipote di Francis Ford Coppola, le sue passioni sono il collezionismo compulsivo ed Elvis Presley, di cui ha addirittura sposato la figlia. Ha sperperato tutti i suoi soldi a Las Vegas, è andato in bancarotta, ha chiamato suo figlio Kal-El (il vero nome di Superman) e si è fatto costruire una tomba a forma di piramide a New Orleans. Stiamo parlando dell’inossidabile Nicolas Cage, che dal 14 giugno torna al cinema con 211 – Rapina in corso. La sua è una carriera di alti e bassi, e noi vogliamo proporvi le sue cinque migliori interpretazioni.

 
Cuore selvaggio. Romeo e Giulietta del nostro tempo, un’odissea on the road che attraversa il sogno (e l’incubo) americano, da Il mago di Oz ai racconti visionari di James Ballard. Cuore selvaggio lega toni da soap opera allo stile tipico di David Lynch, in un’avventura mozzafiato che nel 1990 incantò anche il Festival di Cannes (Palma d’Oro). Cage è il cattivo ragazzo di turno, che con spirito ribelle insegue l’amore e la libertà. Laura Dern è la sua principessa, pronta ad aspettarlo per sempre.

 
Il ladro di orchidee. Difficile non perdersi nell’immaginario creato dal regista Spike Jonze. Le linee narrative si intrecciano, non si riesce più a distinguere la finzione dalla realtà, e l’impressione è di essere proiettati in un universo parallelo, dove niente è quello che sembra. Doppia interpretazione per Nicolas Cage, che presta il volto anche allo sceneggiatore Charlie Kaufman. Il suo compito è quello di portare sul grande schermo un libro difficile, forse poco adatto a un uomo che ha perso la sua vena creativa. Nomination per il miglior attore non protagonista agli Oscar 2003.

 
Via da Las Vegas. La consacrazione di Cage, che si aggiudica la statuetta più importante e viene proiettato tra i grandi di Hollywood. Via da Las Vegas è una storia di reietti, di spiriti abbandonati. La solitudine è un nemico che non si può sconfiggere per i due protagonisti, e il suicidio sembra l’unica soluzione. Un film nero, cupo, con il destino che incombe e l’inevitabile che si avvicina. Per chi ama le emozioni forti.

 
Face/Off – Due facce di un assassino. Cage/Travolta: sono loro i mattatori di un action movie dal ritmo indiavolato, con il regista John Woo in stato di grazia. Poliziotto e assassino si scambiano l’identità, le vite, e danno la caccia a loro stessi in un’America che ha perso gli antichi valori. Il bene e il male si sfidano in un duello all’ultimo sangue, il lato oscuro dell’anima viene a galla, in un’esperienza tra il cinema orientale più crudo e quello di Sam Peckinpah. Peccato per l’happy ending imposto dalla produzione. Pirotecnico.

 
Al di là della vita. Capolavoro di Martin Scorsese, ambientato nelle tenebre di New York. Un paramedico va in crisi di coscienza, non riesce a salvare i suoi pazienti. La violenza lo circonda, gli divora l’anima e lui si sente impotente, distrutto dal senso di colpa. Scorsese riflette sulla morte, sul senso dell’esistenza. Riprende le tematiche di Taxi Driver e compone uno dei suoi film più profondi, dove il nichilismo si mescola allo humour nero. Straordinario.