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Nelle profondità di Black Sea insieme a Dennis Kelly

Lo sceneggiatore del thriller sottomarino con Jude Law racconta tutte le sfide di un dramma sociologico ambientato negli abissi
   

Black Sea 

Black Sea 

12.12.2014 - Autore: Alessia Laudati
Al Courmayeur Noir in Festival è l’ora della claustrofobia sottomarina. Kevin Macdonald, già premio Oscar con il documentario One day in September, presenta in anteprima nazionale un’opera originale che introduce all'interno del genere standardizzato i caratteri ruvidi della working class più sudata e delusa.

La storia è abbastanza classica ma lo scenario inedito, siamo all'interno di un sommergibile russo, e la componente realistica, sono i veri punti di forza di un film decisamente al cardiopalmo. Al centro della trama un equipaggio disfunzionale, metà russo e metà americano, che decide di imbarcarsi, nonostante le barriere linguistiche e i drammi personali, alla ricerca di un tesoro sommerso dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.

Autore di uno script perfetto che regala a Jude Law un ruolo granitico e all'intera ciurma una speciale anima chiaroscurale, è Dennis Kelly, sceneggiatore proveniente dal teatro qui alla prima prova di un lungometraggio per il cinema. 
 
“A pensarci bene - dichiara Kelly presente in questi giorni al Festival - tutti i film ambientati nei sottomarini sono di tipo militare. Questa è una cosa diversa. Credo che fin dall’inizio la produzione avesse pensato a me perché nei miei lavori teatrali mi è capitato spesso di lavorare con temi claustrofobici e in generale sono da sempre interessato ai soggetti che hanno una moralità ambigua. L’idea di un gruppo di persone chiuse in un piccolo container da dove non possono uscire, era sin dall'inizio un’idea affascinante per me. Soprattutto si trattava di un posto perfetto, dove ambientare un dramma.”

Black Sea per creare un ambiente realistico ha anche dovuto affrontare la sfida della ricostruzione tecnica e storica. Per due settimane la troupe ha girato all’interno del Black Widow, un vero sottomarino di classe Foxtrot appartenente alla marina russa e oggi di proprietà di un magnate russo che lo tiene arenato nel fiume Medway presso la città di Rochester nel sud dell’Inghilterra.  “Avevamo un consulente che è stato presente durante tutta la fase della sceneggiatura e delle riprese. Ed è stato divertente sedersi al tavolo con lui per sentirsi dire realisticamente quanto di quello che avevamo scritto era assolutamente irrealistico. Su questo è stato fondamentale anche il ruolo di Jude Law. Lui per primo è stato in un sottomarino con il nostro consulente per rendersi conto di tutti gli aspetti che avrebbe dovuto interpretare”. 
 
Sul ruolo dell’attore inglese nel film, Kelly sembra non avere dubbi. “Jude è stato fantastico, si è totalmente trasformato; ha cambiato accento, abbassato il proprio tono di voce di un tono e assunto una postura più curva per assomigliare al capitano Robinson”. E per costruire il ruolo di Law, a guida della ciurma scalmanata, è stato necessario lavorare anche sull’autorevolezza. “All’inizio del film, Robinson è un capitano rispettato perché l’impresa sembra procedere senza particolari intoppi. É dopo quando l’avidità avrà il sopravvento a dover dimostrare carattere per farsi seguire dai propri uomini.”.  E questi personaggi sembrano non avere nulla da perdere perché fuori dall’acqua c’è una società che li ha emarginati e parzialmente dimenticati. “Io conosco la classe popolare. Mio padre viene da quell’ambiente e per queste persone il lavoro è tutto. Una volta che manca quello queste persone non hanno altri strumenti per ricominciare”.