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Meet Léa Seydoux

Intervista esclusiva alla ventiseienne attrice francese che ha stregato Woody Allen e dato la caccia a Tom Cruise. Eccola adesso nel dramma "Sister"

Léa Seydoux

08.05.2012 - Autore: Pierpaolo Festa
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“Gli americani mi affidano i ruoli senza chiedermi alcun provino. In Francia questo non succede mai, faccio ancora gli screentest”, parola di Léa Seydoux, rising star francese di cui sentiamo già tanto parlare. Il grande pubblico si è accorto di lei con “Midnight in Paris” (era la ragazza che consolava Owen Wilson sul ponte nel finale) e, più recentemente con “Mission: Impossible – Protocollo fantasma” dove giocava al gatto e al topo con i servizi segreti guidati da Tom Cruise. A soli ventisei anni, Léa ha già lavorato con Quentin Tarantino (era una delle figlie nella scena di apertura di "Bastardi senza gloria”) e in Francia è una delle attrici più richieste.

Lea Seydoux intervista Sister
Rising Star: Le foto di Léa Seydoux

La incontriamo a Berlino per ben tre volte in una settimana. Con lei parliamo di “Sister”, pellicola diretta da Ursula Meier in uscita nei cinema italiani con Teodora Film. Léa si presenta con un bicchierone di coca cola preso al Fast-Food all’angolo e un’interprete che la aiuta – e con cui spesso "litiga" per trovare una parola – con la lingua inglese che sta ancora imparando. Parlando di questo momento nella sua carriera, la parola che viene fuori il più delle volte è “composizione”.

“Vedo la mia carriera come una composizione – dice Lèa ripetendo quella parola - Adoro la varietà. Mi piace il cinema di finzione, ma adoro anche avvicinarmi di più alla realtà. È il caso di ‘Sister’ in cui interpreto uno di quei ruoli che non ti vengono offerti proprio tutti i giorni...”.

Hollywood ti cerca, ma a te piace lavorare a casa. Qual è, dunque, la marcia in più che il cinema francese ha rispetto agli americani?

Non c’è una marcia in più. Gli americani sono specializzati e determinati nel cinema di finzione. Tutto qui. A loro interessa la fiction. Noi francesi, anzi noi europei, siamo più vicini alla realtà e siamo in grado di essere più intimi. Qui in Europa facciamo più cinema sociale. 

Lea Seydoux intervista Sister. L'attrice in Mission: Impossible
Mission: Impossible - Protocollo fantasma - La nostra recensione

Raccontaci del tuo amore per il cinema allora. Come hai cominciato?

Avevo diciannove anni quando ho recitato nel mio primo film. Ho preso qualche lezione di recitazione. Ma mi definirei più selvaggia. A volte penso che tutte quelle cose che ti dicono gli insegnanti di recitazione – tipo “Senti le emozioni del momento” – possano essere delle vere stupidaggini.

E adesso eccoti pronta per l’olimpo dello star system…
Ma no! Ancora oggi, riesco facilmente a togliermi dai riflettori. Per strada nessuno mi riconosce. Forse è il modo in cui cammino… la regista di “Sister” mi dice che cammino come un uomo.

Il modo in cui cammini?
Sì, è una cosa che studio attentamente perfino per ogni ruolo che interpreto. Se avete visto “Mission: Impossible” o “Midnight in Paris” e naturalmente anche “Sister”, vi rendete conto che si tratta di diverse andature. Penso sempre a come camminerebbe il mio personaggio.

Avrai però qualche idolo tra le superstar, no?

Certamente: Marilyn Monroe e Michael Jackson.

Hai mai visto Michael Jackson dal vivo?
Ne sono sempre stata ossessionata. Sin da quando ero una bambina. Lo ho visto soltanto una volta a Londra, in occasione del Michael Jackson Day. Tutti i fan si sono riuniti per quell’evento e lui è venuto a salutarci dal palco. Michael è la più grande star di tutti i tempi. Perfino più di Madonna.

Lea Seydoux intervista Sister. L'attrice con Woody Allen
Midnight in Paris - La nostra recensione

Una domanda su “Midnight in Paris”: pare che Woody Allen non parli molto con i suoi attori, durante la lavorazione di un film. E’ stato così anche su quel set?
Sì. Con tutti gli altri attori, almeno. Con me è stato il contrario. Siamo riusciti a stabilire un contatto: eravamo entrambi interessati ai piccoli dettagli della vita quotidiana. Non abbiamo mai parlato di grandi temi, soltanto di quotidianità. Lui era interessato e mi faceva un sacco di domande. E io chiedevo tanto anche a lui. E’ stata una cosa molto speciale.   

Pare che prima di affidarti il ruolo della protagonista in “Les Adieux à la Reine”, il regista Benoît Jacquot ti abbia proposto un film a sfondo erotico e tu lo abbia rifiutato. In questa tua “composizione”, eviti comunque quel tipo di film?
Quando me lo hanno proposto non mi interessava. Non mi piace essere nuda e non voglio espormi troppo. Non è una cosa facile e ti confesso che ho qualche complesso al riguardo. Però penso che se vuoi fare bei film e avvicinarti il più possibile alla verità, allora prima o poi dovrai essere nuda.

"Sister", in uscita l'11 maggio, è distribuito da Teodora Film.

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