In una New York oscura e piovosa, il detective della squadra omicidi Max Payne non riesce a trovare pace, ossessionato dall’idea di scovare colui che ha ucciso sua moglie ed il suo neonato. Le indagini portano ad un giro di stupefacenti ed ad una bella ragazza russa, Natasha (Olga Kurilenko), la cui barbara uccisione porta Payne a scatenare la sua furia vendicativa. Ma la strada della sua indagine è lastricata di cadaveri, ed oscure e terribili presenze si nascondono dietro le apparenze…
Ma c’era davvero bisogno dell’ennesimo, dozzinale adattamento da un videogame di sucesso? Probabilmente no, visto soprattutto che anche questa volta si tratta di una trasposizione affrettata, di una produzione approssimativa e sciatta, costruita seguendo pochissime direttive estetiche del videogame e per il resto raffazzonata dietro una sceneggiatura bislacca e prevedibile.
John Moore, in passato autore di un paio di filmacci che si sono rivelati discreti successi commerciali, realizza un’opera di una piattezza cinematografica evidente, a parte qualche piccolo guizzo visivo nei momenti “sovrannaturali”, che però si segnalano per essere bei quadri e non influire mai sulla storia narrata. Certo, basandosi su uno script del genere era difficilissimo costruire qualcosa di buono, ma Moore non dimostra di aver fatto alcuno sforzo per dotare la messa inscena di originalità.
Da parte loro gli attori non partecipano con la dovuta attenzione al prodotto, con in testa il protagonista Mark Wahlberg che dimostra di non essere un grandissimo attore quando viene diretto in maniera tutto sommato accademica.
Ormai sembra appurato che le riduzioni cinematografiche dai vari videogiochi debbano essere pellicole dozzinali, produzioni a basso budget destinate a mietere incassi medi da concentrarsi nelle primissime settimane di programmazione. Perché non provare a costruire pellicole con un minimo di logica, con una sceneggiatura che tenga ed un’idea di regia precisa e magari stilizzata?
“Max Payne” è molto lontano da tutto questo, e spreca un soggetto magari anche già visto, ma comunque funzionale ad un poliziesco di genere più che accettabile. Ed invece ci si trova di fronte ad un film sconclusionato, noioso, difficile da digerire.
Peccato, perché quando viene a mancare anche la professionalità degli “artigiani” di Hollywood ciò che ne scaturisce è davvero cinema da dimenticare.
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Max Payne
Tratto dal famoso videogioco ideato da Sam Lake, arriva nelle sale "Max Payne" che ha il volto di Mark Wahlberg.
17.11.2008 - Autore: Adriano Ercolani