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La verità su Basic Instinct e l'omaggio a Paul Verhoeven al Festival di Marrakech

È lo stesso regista a raccontare degli slip di Sharon Stone dopo aver ricevuto un importante tributo per la sua carriera e l'ultimo Elle.

09.12.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Lo abbiamo visto con la sua Isabelle Huppert sul palco del Festival International du Film de Marrakech 2016, giunto alla sua sesdicesima edizione, ma dopo il Tributo riservatogli dalla kermesse è stato un piacere incontrare Paul Verhoeven nel Moroccan Restaurant dell'Hotel La Mamounia come nei giardini che conducono verso la Medina e la enorme piazza Jemaa el-Fnaa, dove il pubblico marocchino ha potuto ammirare il vecchio e immortale RoboCop, uno dei film che non possono mancare se si parla del regista olandese.

Quello, che lui stesso paragona alla figura di Gesù Cristo (soprattutto nella loro vita 'post mortem'), e gli altri film selezionati tra i tanti della sua ricca carriera sono la punta dell'Iceberg di una manifestazione che si conferma in grado di sorprendere, anche - e soprattutto - il pubblico occidentale per organizzazione e offerta. Anche per la presenza di un film duro ed eccezionale come l'ultimo Elle, accompagnato dai vari Showgirls, Starship Troopers, Black Book.

E soprattutto Basic Instinct, che continua a tenere banco anche a distanza di anni, e sempre con nuove rivelazioni. "Sono state solo due riprese, non presenti nello script" ricorda Verhoeven, che ne spiega così l'origine: "quando ero giovane, c'erano donne più grandi che venivano alle nostre feste universitarie, senza indossare biancheria intima. Ricordo un mio compagno che disse a una di loro di essere in grado di vedere con certezza che fosse nuda da come era seduta sulla sedia. L'unica risposta di questa fu che era proprio quello il motivo per cui lo faceva. Ripeto, non sono storie inventate, ma è accaduto a me. E così lo avevo raccontato a Sharon Stone. Anche per capire come usarlo".

Due riprese che l'attrice visionò e approvò, salvo poi sorprendere il suo regista: "Tempo dopo l'ho sentita dichiarare di non aver saputo cosa stesse facendo e di che riprese si trattasse. Credo siano state più le persone intorno a lei, agenti, manager, ad aver cercato di prevenire eventuali attacchi dopo aver visto il film. E dire che quel momento ha segnato tutta la sua carriera; è stato un momento speciale, per altro in un film nel quale offrì una interpretazione eccezionale, della quale si parla ancora". Una difesa inutile, tutto sommato, quella della Stone, a maggior ragione visto che - come svela il regista, tagliando la testa al toro - "prima della ripresa mi diede persoalmente le sue mutandine, come regalo".