La reincarnazione secondo Zio Boonmee

Arriva finalmente nei cinema italiani il vincitore della Palma d'Oro all'ultimo Festival di Cannes, Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti del thailandese Apichatpong Weerasethakul. Un film che è stato accolto in maniera piuttosto negativa dalla stampa, ma che è riuscito a strappare il più alto riconoscimento della manifestazione e le parole di elogio di Tim Burton, che lo ha definito “un sogno meraviglioso, indimenticabile”.

Il film racconta di un uomo, Boonmee, in fin di vita a causa di una malattia dei reni. L'uomo decide di trascorrere gli ultimi giorni della sua vita nella grotta in cui nacque per la prima volta, circondato dalle visioni provenienti dalle sue vite precedenti. La pellicola è la conclusione di un ambizioso progetto multi-piattaforma chiamato Primitive, che comprende anche alcuni cortometraggi nati con lo scopo di raccontare la storia della regione thailandese dell'Isan, e in particolare quella del villaggio Nabua, segnato da una storia brutale e da un episodio, risalente al 1965, in cui una manifestazione comunista fu repressa nel sangue. “Ma il mio non vuole essere un film politico – afferma il regista – E' più un diario personale”.

Zio Boonmee è ispirato a un libro scritto nel 1983 da Phra Sripariyattiweti, monaco buddista che conobbe tale Boonmee, che, appunto, diceva di riuscire a ricordare le sue vite precedenti durante la meditazione. Weerasethakul ha preso spunto da questa storia, ma anche dalle vecchie serie televisive in 16 mm prodotte per la TV thailandese e dai fumetti del suo paese natale. Per questo, l'opera è divisa in sei segmenti, raccontati con una varietà di stili che vanno dal “vecchio cinema recitato in maniera legnosa”, allo stile documentaristico e al dramma in costume.

Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti è distribuito nei cinema da BIM.