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La nouvelle vague della TV

I grandi registi di Hollywood passano al piccolo schermo. Sperimentazione, libertà narrativa, grandi investimenti e un obiettivo: il rilancio della serialità in crisi.

Michael Mann, Martin Scorsese e Steven Spielberg

23.06.2010 - Autore: Ludovica Sanfelice
In principio fu David Lynch. In tempi insospettabili il grande regista intuì la forza racchiusa nella narrazione seriale e le importanti potenzialità del piccolo schermo, terreni vergini da conquistare come il vecchio west. Il suo però non fu una corsa all’oro bensì un lavoro creativo e sperimentale che agli spettatori regalò "I segreti di Twin Peaks" e l’opportunità preziosa di essere trattati come un pubblico meritevole di attenzioni e cure.

Allora era difficile ipotizzare che vent’anni più tardi molti colleghi lo avrebbero seguito in questo cammino dal grande al piccolo schermo. Eppure oggi questa migrazione è diventata una realtà che non ha più le fattezze del caso isolato e ha una duplice spiegazione.

I segreti di Twin Peaks

Il consolidamento dell’industria televisiva ha fondato le sue basi sulla sceneggiatura. Insieme a storie sempre più originali e ben confezionate e personaggi scritti alla perfezione, sono stati allevati attori della TV prima considerati come una categoria modesta. Lo spazio esclusivo del cinema si è dimostrato infondo semplicemente stretto rispetto a quello della televisione e anche le grandi star hanno cominciato a guardare la TV e a desiderare di partecipare a questo gioco. L’interesse per questa forma narrativa è improvvisamente cresciuto alimentando con investimenti economici sempre più cospicui un macchinario ogni giorno più complesso che oggi dispone di tutti gli strumenti per rivolgersi a Hollywood senza torcere troppo il collo all’insù.

Negli ultimi mesi si è inoltre parlato molto della crisi della serialità americana che dopo anni di dominio illuminato ha cominciato a dare segni di stanchezza e si è arenata nella ripetizione di alcuni schemi più abusati ed esausti ad ogni stagione. I grandi network non hanno però intenzione di abbandonare la nave in difficoltà e si stanno dando da fare per reclutare firme importanti e rilanciare lo spettacolo del cinema in TV. Una nuova frontiera che si trova ad unire l’interesse si Hollywood per la televisione, il suo linguaggio, il suo pubblico, alla necessità di dar vita a qualcosa di nuovo che mantenga alto il livello di un’offerta che ormai si è adeguata all’eccellenza.

Ecco quindi che la prossima stagione televisiva può vantare uno schieramento corazzato che vede in prima linea gli alti ranghi del cinema americano invitati a promuovere una nuova serialità d’autore.

The Pacific

Si comincia da Steven Spielberg che a dire il vero ha sempre manifestato interesse per il mezzo televisivo cui ha regalato tra le altre cose Band of Brothers e il più recente The Pacific e che adesso prepara Terranova, un colossal ispirato a Jurassic Park, e “The Dome”, tratto da un romanzo di Stephen King.

Poi c’è Martin Scorsese alle prese con Boardwalk Empire, la gangster story di Lucky Luciano che alla HBO procurerà ancora a lungo un brivido freddo per i costi di produzione altissimi. Si dice che l’episodio pilota sia costato 50 milioni di dollari. Tra gli interpreti: Steve Buscemi.

Spike Lee e Robert De Niro

Spike Lee è invece impegnato a produrre con Robert De Niro “Alphaville”, storia a mosaico ambientata nella New York degli anni '80 prima dell’opera di pulizia intransigente messa a segno dal sindaco Giuliani.

L’elenco continua con Michael Mann (sempre su invito della HBO) che con “Luck” racconterà il mondo delle corse dei cavalli e del gioco d’azzardo insieme a Dustin Hoffman, Nick Nolte e Dennis Farina.

Kathryn Bigelow

A questi grandissimi nomi si aggiunge infine, ancora per la HBO, Kathryn Bigelow che, fresca di Oscar, è già impegnata nelle riprese del pilot di “The miracolous year”, serie scritta da John Logan (sceneggiatore di Ogni maledetta domenicae de Il Gladiatore) che narra la storia dolorosa e sofferta di un compositore di Broadway con tendenze autodistruttive, diviso tra vizi privati e pubbliche virtù.

Solo un consiglio: restate sintonizzati
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