L’Academy è rimasta conquistata ed ha assegnato ben tredici candidature all’Oscar per la storia di quest’uomo nato in circostanze particolari. Sono passati due anni dal primo ciak e soltanto adesso “Il curioso caso di Benjamin Button” arriva nelle sale. La ragione? Per trasformare Brad Pitt in un ultra ottantenne c’è voluto tanto lavoro di effetti speciali. “Questa volta non si tratta di una tecnologia avanzata utile a distruggere il mondo o combattere contro mostri – spiega Pitt – questi straordinari effetti sono funzionali alla storia”.
Come sono riusciti a trasformare Pitt da sex symbol a buon vecchietto del vicinato? È importante sottolineare che sin dall’inizio, uno degli accordi con la produzione era che la star avrebbe accettato il progetto solo se avesse potuto interpretare il personaggio nel corso della sua intera vita. “C’erano tre attori che interpretavano il mio corpo da vecchio – continua Pitt - e successivamente le tecniche hanno permesso di integrare il mio volto con quei corpi”. La pellicola è tratta da un racconto breve di F. Scott Fitzgerald che, a sua volta, era stato ispirato dalla massima di Mark Twain: “La vita sarebbe più felice se potessimo nascere a 80 anni e gradualmente raggiungere i 18”.
Dietro la macchina da presa uno dei più interessanti autori del cinema contemporaneo, David Fincher, già regista di “Seven” e “Fight Club”: “Io e lo sceneggiatore Eric Roth abbiamo iniziato a parlare della storia – rivela Fincher - e un quarto d’ora dopo stavamo chiacchierando delle persone che avevamo amato e che erano morte, di quelle che amavamo ma non ci ricambiavamo, di chi desideravamo e di chi ci desiderava”. A tal proposito Roth continua: “Non importa se vivi la vita a ritroso, l’importante è come la vivi. David Fincher e io volevamo che fosse la storia di tutti: quella della vita di un uomo, straordinario e normale allo stesso tempo”.
“Mi piace molto l’idea delle ammaccature – rivela Pitt - La gente lascia una sorta di impronta e c’è qualcosa di molto poetico e appagante. Questo non significa essere sconfitto o non lottare per quello che ci vuole, significa accettare l’inevitabile della vita. Siamo responsabili dei nostri successi e delle nostre sconfitte, non possiamo addossarle a nessun altro. Sicuramente il destino ha un ruolo, ma alla fine siamo noi a decidere”. Nel ruolo di Daisy ecco che Cate Blanchett ci offre una performance davvero intensa: “Benjamin Button – dice l’attrice - è un film incentrato su grandi temi, che normalmente vengono trasposti al cinema in pellicole piene di cliché… amore, speranza, nascita e morte. David Fincher, però, li tratta in un modo unico. Non so come ci sia riuscito, ma ha raccontato un’intera vita in ogni singolo dettaglio… e allo stesso tempo non ha mai perso di vista il film, lo ha tenuto stretto”.
Per quanto riguarda il suo amante sullo schermo, la Blanchett continua: “Adoro Brad e siamo stati fortunati a lavorare prima (il film era “Babel”, N.d.R.). Sul set, non bisogna per forza essere amici, quello che serve è il rispetto. Brad è una persona fantastica e vedere il suo legame con David Fincher è una cosa bellissima”. Ed è Pitt che conclude dicendo: “Io adoro il cinema e considero questo film il lavoro di una vita. È incredibile: David ha seguito il progetto per 5 anni, giorno dopo giorno. Il risultato lo sentirete appena vedrete il film”.
“Il curioso caso di Benjamin Button” arriverà sugli schermi dal 13 febbraio, distribuito dalla Warner Bros.
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In memoria di Benji Button
Nelle sale "Il curioso caso di Benjamin Button", pellicola che riunisce per la terza volta il duo creativo David Fincher e Brad Pitt. Cate Blanchett è la musa di una vita. Tredici nomination all'Oscar: vi invitiamo a leggere il nostro speciale.
12.02.2009 - Autore: Pierpaolo Festa