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Il rapporto con Hollywood fino agli anni '70

Il rapporto con Hollywood fino agli anni '70

23.02.2001 - Autore: Adriano Ercolani
Fin dagli anni 30 una parte della cinematografia britannica è stata indirizzata verso il confronto-emulazione delle imponenti pellicole statunitensi. Il film che in pratica ha \'aperto\' questo tipo di relazione è stato Le Sei Mogli di Enrico VIII (1933) di Alexander Korda, mentre negli anni 40 hanno ottenuto successo soprattutto gli sfarzosi allestimenti shakespeariani di Lawrence Olivier. Il rapporto tra lindustria americana e quella inglese si è sviluppato non soltanto intorno alla lingua comune, ma anche a varie e collaudate strategie produttive: la politica delle Majors hollywoodiane, infatti, è stata sia quella di girare negli studi inglesi opere di elevato budget (con notevoli risparmi economici), sia quella di favorire con capitali americani i colossal di produzione britannica. Lintenso e redditizio rapporto-scambio ha caratterizzato levolversi della cinematografia inglese verso la realizzazione di pellicole spettacolari e di ampio respiro. Lautore che è diventato il maggiore esponente di questo tipo di cinema è stato senza dubbio David Lean, regista di splendidi colossal come Il Ponte sul Fiume Kwai (1957) o Lawrence dArabia (1962). Alla fine degli anni 50 però, con lesplosione della corrente del Free Cinema, si è fatta strada la nuova cinematografia, elaborata secondo unestetica davanguardia e con un diverso progetto economico: budget assai meno elevato, ma maggiore libertà creativa e soprattutto molta più attenzione alla realtà sociale britannica. Gli anni 60 sono diventati un decennio assai importante e fiorente: oltre alle mega-produzioni di Lean si sono affermati i film più importanti dei cosiddetti Giovani Arrabbiati Lindsay Anderson, Tony Richardson e Karel Reisz, tanto per citarne alcuni. Allinizio degli anni 70 questo equilibrio instabile è entrato in crisi, e due sono stati principalmente i fattori scatenanti: i grandi autori del Free Cinema hanno esaurito la loro spinta polemica ed eversiva (alcuni addirittura si sono trasferiti a Hollywood) e non si è avuto un adeguato ricambio generazionale, con nuove leve pronte a prendere il posto dei maestri. In secondo luogo la crisi del sistema hollywoodiano classico non ha più permesso il proficuo scambio economico-culturale che aveva così ben funzionato nei decenni precedenti. Il meccanismo collaudato ha così subito una battuta darresto, ed il cinema inglese ha attraversato un periodo modesto sotto il profilo creativo e produttivo.