Trentanove anni fa usciva Shining, un film che, per quanto sia considerato uno dei migliori horror di tutti i tempi, è detestato da Stephen King. L'autore del romanzo originale non sopporta i cambiamenti voluti da Stanley Kubrick e la sua interpretazione della storia.
Trent'anni fa esce Cimitero vivente, adattamento di uno dei romanzi più cupi dello scrittore del Maine. La versione di Mary Lambert è piuttosto fedele al romanzo, e ci mancherebbe altro: è scritta da King in persona.
Trent'anni dopo, oggi, arriva la seconda versione del romanzo al cinema. Pet Sematary, diretto dalla coppia Kevin Kölsch / Dennis Widmyer, registi dell'horror indie Starry Eyes. Sono passati quasi quattro decenni da Shining, King è più maturo e ha dato già il suo avallo al film, avvertendo i fan su Twitter di quanto sia spaventoso. Eppure, a giudicare dalle prime recensioni (che confermano che il film è terrificante), stupisce un po' vedere come l'autore abbia approvato un film che si allontana molto dal materiale originale.
La storia è sempre quella, a grandi linee. La famiglia Creed, composta da papà Louis (Jason Clarke), mamma Rachel (Amy Seimetz) e i figli Ellie (Jeté Laurence) e Gage (Hugo Lavoie), si trasferisce in una cittadina del Maine. Davanti alla loro casa passa una statale, attraversata costantemente da grossi camion. Poco lontano c'è un cimitero degli animali e, oltre una grossa catasta di tronchi e rami, nel mezzo di un bosco, un terreno di sepoltura indiano con inquietanti poteri: è in grado di resuscitare i morti, anche se li riporta indietro inevitabilmente cambiati. Quando una tragedia colpisce i Creed, il vicino Jud Crandall (John Lithgow) li aiuta a rimediare, ma insieme scopriranno che, a volte, “la morte è meglio”.
A partire da questa ossatura di trama, Kölsch e Widmyer hanno percorso però strade ben diverse. Ed è meglio, a giudicare dalle opinioni della stampa americana dopo l'anteprima del film al South by Southwest di Austin. “I migliori adattamenti di Stephen King non aderiscono strettamente al testo dell'autore, ma rimangono fedeli allo spirito generale del romanzo – scrive Chris Evangelista di Slashfilm – Pet Sematary rientra perfettamente in questo. I registi Kevin Kölsch e Dennis Widmyer prendono il terrore forgiato da King e lo plasmano in qualcosa di originale e sorprendente, e soprattutto terrificante. Pet Sematary è uno dei migliori adattamenti di Stephen King in assoluto”. Parole che alzano le aspettative a livelli inauditi, per un film che, sempre secondo Evangelista, è “addirittura più cupo del libro stesso”. Una cupezza che “sfocia in alcuni momenti sorprendentemente divertenti”, una “comicità morbosa che non può non fare ridere, nonostante le implicazioni orribili”.
Perché il nuovo Pet Sematary è pur sempre un film che esce nel 2019, dopo i vari Conjuring e Insidious, ma anche Quella casa nel bosco. In un'epoca in cui, cioè, i cliché dell'horror sono stati introiettati, analizzati e infine sovvertiti per mezzo dell'umorismo pop. “Il pubblico sa che i personaggi sanno di stare prendendo delle pessime decisioni – come scendere in una cantina buia o drmire accanto a un membro della famiglia zombificato – eppure le prendono lo stesso, scatenando inevitabili risate”, spiega Peter Debruge di Variety.
Ciò che funziona, dunque, è la capacità di Kölsch e Widmyer di prendere decisioni in autonomia e dare così al loro film una personalità che va oltre quella del romanzo. “Tutto quello che sapevi su questa ben nota storia sarà usato contro di te in modi assolutamente rinfrescanti e terrificanti”, scrive Meagan Navarro di Bloody Disgusting. “Questa versione di Pet Sematary presuppone che tu conoscessi già la storia, e mina quella certezza a ogni svolta”. Il risultato è “un senso di pericolo che era assente nell'adattamento del 1989” e un atto finale “così totalmente fuori di testa che è incredibile che un grosso studio [Paramount] lo abbia lasciato passare”. “Fare storcere il naso ai fan?”, si chiede Dan Caffrey di Consequence of Sound. “Senza dubbio, soprattutto perché i cambiamenti risultano in un climax più sopra le righe e, onestamente, divertente. Ma chi vuole una copia esatta di una storia che abbiamo già visto e letto?”.
Bryan Rolli di The Daily Dot è, forse, tra questi. “Il problema di Pet Sematary è che non dà al pubblico alcuna ragione per interessarsi a quanto accade alla famiglia Creed. Clarke e Seimetz non hanno un minimo di alchimia, e il plot avanza a una tale velocità che non c'è posto per una qualsivoglia evoluzione dei personaggi”.
Ma si tratta di una delle poche voci discordanti in un coro di lodi, perfettamente sintetizzato da Cafffrey: “Per quanto i cambiamenti alla storia originale siano garanzia di divisione tra i fan di Stephen King, Pet Sematary evita la trappola, in cui cadono molti remake, di rendere semplicemente omaggio a una storia horror iconica. Al contrario, opera cambiamenti drastici al plot per affrontare in maniera più complessa i suoi temi. È un trucco molto difficile da azzeccare. A volte, diverso è meglio”. E se lo ammette anche Stephen King...
Pet Sematary arriverà nelle sale il 9 maggio, distribuito da 20th Century Fox.