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Il meglio (e il peggio) di James Cameron

Top Five: "Avatar" è solo il punto d'arrivo di una grande carriera, costellata di film mitici. Ecco un'antologia delle migliori sequenze di Cameron: ma c'è posto anche per la peggiore di tutte!

Avatar

23.09.2009 - Autore: Luigi Vercotti
Quando si pensa a James Cameron, viene subito in mente la precisione chirurgica con cui orchestrava le scene d’azione, senza dimenticare di mettere l’ultra-spettacolarità dei suoi film al servizio di una trama degna di questo nome. Autore non troppo prolifico – in trent’anni ha realizzato solamente otto film di finzione – Cameron ha saputo però segnare l’immaginario collettivo grazie a personaggi che sono entrati di diritto nella storia del cinema fantastico e soprattutto grazie a un occhio per l’action che non ha eguali. Per celebrare l’uscita di “Avatar”, abbiamo pensato di stilare una classifica delle cinque migliori sequenze tratte dai suoi film. Ma c’è posto anche per un extra: la scena peggiore in assoluto…

Terminator 2 Arnold Schwarzenegger e Edward Furlong

1. L’inseguimento nel canale da “Terminator 2 – Il giorno del giudizio” (1991)
Alzi la mano chi non lo reputa uno dei migliori inseguimenti nella storia del cinema! Se Michael Bay è l’artista dell’impossibile, perché con il suo stile “over the top” va ben oltre il reale, James Cameron riesce a vendere come “realistico” un inseguimento camion/motorino/Harley, trascinando lo spettatore in una scena che lascia senza fiato. E facendoci sentire ogni urto, ogni schianto, ogni colpo di fucile, come se fossimo in quel canale anche noi. Una sequenza che è un po’ il “biglietto da visita” del film, perché introduce la dinamica fra i tre personaggi principali – Connor, T-800 e T-1000 – e ci dà un assaggio di quello che dobbiamo aspettarci dal resto del film, in termini di ritmo e ferocia. Cosa si può volere di più?

Aliens Scontro Finale

2. Ripley fa conoscenza con la Regina in “Aliens – Scontro finale” (1986)
Siamo stati a lungo indecisi tra questa scena e la parte finale, in cui Ripley si scontra con la Regina aliena a bordo della Sulaco. Ma, senza nulla togliere a uno dei più mitici combattimenti corpo a corpo mai visti, come ignorare la sequenza che da sola consegna all’immortalità l’era degli effetti speciali pratici, regalandoci un ritratto indelebile del livello a cui quest’arte era giunta prima dell’avvento della CG? E provate a dire che non sentite ancora oggi un brivido, quando Ripley incappa nel nido degli Aliens e incontra per la prima volta la Regina, una sorta di enorme ragno/scorpione dalla mascella retrattile, assiso su una ragnatela di muco. Le urla di rabbia del mostro, quando Ellen inizia a bruciare le sue uova, sono tutt’ora materia per incubi di prima classe. Merito di James Cameron e di un uomo che non ci mancherà mai abbastanza, Stan Winston.

Terminator Michael Biehn e Linda Hamilton

3. La battaglia finale tra Sarah Connor, Kyle Reese e il T-800 in “Terminator” (1984)
Quando si dice un nemico inarrestabile: Terminator, sotto questo punto di vista, non ha nulla da invidiare ai peggiori bastardi del cinema. Una macchina che, pur danneggiata, claudicante, e infine smembrata, non rinuncia a concludere la sua missione. Ancora una volta, è il connubio Cameron/Winston a consegnarci una sequenza d’azione da antologia. Ed è proprio Stan Winston ad aver creato il modello del T-800, oggi come allora un’icona del genere fantascientifico. Nel gran finale, dopo la dipartita del povero Kyle Reese (Michael Biehn), Sarah (Linda Hamilton) emerge finalmente come la vera eroina della saga e getta le basi per l’evoluzione del personaggio in “Terminator 2”.

Jamie Lee Curtis in True Lies

4. Lo spogliarello di Jamie Lee Curtis in “True Lies” (1994)

Senza nulla togliere alle svariate e divertentissime scene d’azione di “True Lies”, è per lo spogliarello di Jamie Lee Curtis che il film verrà sempre ricordato. Tra tutti i film di Cameron, “True Lies” è senz’altro il più scanzonato, ironico, e il divertimento del regista emerge da ogni fotogramma. La sequenza iniziale richiama alla mente la saga di James Bond, e l’inseguimento tra la moto e il cavallo nell’albergo è l’ennesima prova della maestria dell’uomo dietro la macchina da presa. Ma il corpo statuario della Curtis mentre fa la lap-dance per un uomo misterioso – ignara di trovarsi di fronte al marito Harry (Arnold Schwarzenegger) – ha turbato i sogni erotici del pubblico maschile, adolescente o meno, e ha esposto un lato della Curtis di cui molti ignoravano l’esistenza. Chapeau.

James Cameron sul set di Titanic

5. L’affondamento del Titanic da… c’è bisogno di dirlo?
Titanic” è forse l’ultimo mastodonte del cinema classico hollywoodiano, un prodotto che di certo non ci si aspettava da Cameron. Eppure, anche in una storia d’amore intrisa di melodramma e sentimentalismo spinto, il buon vecchio Jim non ha rinunciato al suo marchio di fabbrica, e la scena finale è l’ennesima riprova di quanto ami giocare con gli effetti di ultima generazione. Ma, sia chiaro, non avrebbe mai funzionato sino in fondo se Cameron non fosse riuscito a creare dei personaggi forti, sui quali investire totalmente. Grazie a Jack e Rose, quello che poteva rimanere uno sterile esercizio di tecnica diventa al contrario un finale carico di pathos.

Piranha Paura

E ora, il peggio di James Cameron: l’attacco dei pesci volanti assassini da “Piranha paura” (1981)!
Se il buon giorno si vede dal mattino, Cameron non avrebbe dovuto fare una carriera migliore dei vari Joe D’Amato e Ciro Ippolito, dopo un esordio come “Piranha paura”, trashissima co-produzione italo-americana che voleva essere un tristo sequel del “Piranha” di Joe Dante. Eppure, già qui ci sono alcuni leit motiv che sarebbero poi ricomparsi nei suoi film successivi, come l’amore per i fondali e le riprese subacquee, e l’utilizzo in ruoli di primo piano del grandissimo Lance Henriksen. Ma le cose interessanti si fermano qui, e la “scena madre” con l’attacco della feroce razza di piranha volanti durante una festa sulla spiaggia che sembra uscita da “Pappa e ciccia”, rasenta il comico involontario. Merito degli improbabili pesci di plastica che avanzano appesi a dei fili, mentre gli attori fingono di morire tra atroci sofferenze. Difficile arrivare fino in fondo, anche per chi ama il trash!