NOTIZIE

Il giorno di Michael Mann e Johnny Depp!

Finalmente "Public Enemies" e non solo. I nuovi titoli della settimana regalano anche un insolito Clooney, un film cult tedesco, Jack Black e un paio di interessanti italiani.

Nemico Pubblico - Il regista Michael Mann e Johnny Depp

06.11.2009 - Autore: Andrea D'Addio
Se amate il cinema con la C maiuscola, questo è il weekend che attendavate da anni e cioè quello dell’uscita di “Nemico pubblico”. No, non parliamo del comunque buon film con Vincent Cassel uscito in primavera, ma dell’ultima pellicola di Michael Mann, uno dei più grandi registi viventi. Il papà di “Manhunter”, “Collateral” e “Miami Vice” porta sul grande schermo la storia romanzata del famoso criminale degli anni ’30 John Dillinger. A dargli il volto è Johnny Depp e suo rivale, nei panni del detective, è Christian Bale. Come già in Miami Vice, Michael Mann non cerca l’epica o il grande personaggio che piace ed emoziona a gente. Le sue storie sono un pretesto per costruire scene d’azione di tensione eccezionale, vere e proprie opere d’arte per quanto riguarda geometria, dinamismo, costruzione scenica. Fa tutto in digitale, sporca la pellicola come se ci fossimo proprio noi lì sulla scena con in mano una handycam con cui normalmente registriamo i nostri compleanni. Ne esce un film eccezionale, imperdibile per chi al cinema ama guardare, ancor più che la storia, comunque interessante, la regia.

Nemico Pubblico - Johnny Depp

Altro film da vedere, ma per altri motivi, è  “L’uomo che fissa le capre”. Una commedia intrisa di comicità nonsense che, per certi versi, ricorda quella dei Coen e del loro “Il grande Lebowski”. Protagonista è Ewan McGregor, un giornalista senza spina dorsale che dopo una delusione amorosa decide di partire per l’Iraq e da lì fare il corrispondente. Sulla sua strada incontra un personaggio tanto eccentrico quanto convincente (un bravissimo George Clooney) che gli rivela di fare parte di una speciale squadra di militari richiamata dal governo per la guerra in medio oriente dopo anni di congedo.  Ne segue un’avventura strampalata, allegra e al contempo malinconica, tratta da un libro di successo a sua volta scritto partendo dalla storia vera capitata all’autore (Jon Ronson).

L'uomo che fissa le capre - George Clooney

Anno uno” con Jack Black e Michael Cera è invece semplicemente il peggiore film che Harold Ramis abbia mai realizzato. Lo sceneggiatore di “Ghostbusters” (in cui interpretava anche Egon) e “Molto incinta”, regista di “Ricomincio daccapo”, “Terapie e pallottole” e tante altre belle commedie si è prestato ad un’operazione puramente commerciale giustamente bastonata dal box office americano. Passo indietro anche per Jack Black dopo tante belle prove da attore maturo.  Peccato, ma con un film basato tutto su puzze e allusioni sessuali non si può pensare di andare lontano. Anche se l’ambientazione storica dice che tutto questo capita in un fantomatico anno uno.

Anno Uno - Jack Black

Dall’ultimo festival di Roma arrivano invece le due pellicole italiane della settimana: “Marpiccolo” di Alessandro Di Robilant e “Alza la testa” di Alessandro Angelini.
Il primo è una storia di un ragazzo ai margini, piccolo delinquente in una periferia di Taranto degradata, che cerca di riscattarsi dopo un’accusa d’omicidio. Un film originale, ma che non ha convinto fino in fondo.
Alza la testa” invece racconta il sofferto rapporto di un papà (Sergio Castellitto) con il proprio figlio (non diciamo di più per non rovinarvi il film). Purtroppo dopo una prima parte  intensa e davvero bella, Angelini si perde nei meandri di una storia vista e rivista. Una vera e propria occasione mancata.

Alza la testa - Sergio Castellitto

Berlin Calling” è il film caso tedesco dell’anno. E’ in programmazione in un cinema di Berlino da Ottobre 2008 e continua ad avere pubblico. Protagonista è Ickarus, un dj tedesco che gira l’Europa portando in giro il proprio sound. Droga, solitudine, eccessi. Si tratta di una storia vera, autobiografica, ma comunque romanzata, interpretata dal dj Paul Kalkbrenner.

Berlin Calling

Popieluszko - Non si può uccidere la speranza” cerca di riportare un po’ di luce su una delle figure più importanti della Polonia degli anni ’80, Jerzy Popieluszko, un prete che ebbe il coraggio di schierarsi contro il regime dell’epoca, mettersi accanto al movimento Solidarnosc e raccontare le bugie e gli intrallazzi del governo fin quando non fu ucciso dai servizi segreti. In molti se lo dimenticano, ma più di un briciolo di quel muro di Berlino caduto vent’anni fa, di cui ricorre in questi giorni l’anniversario, è merito anche suo.

Popielusko - Non si può uccidere la speranza