L'Uomo che Fissa le Capre
Il giornalista Bob Wilton è a caccia della sua prossima grande storia quando si imbatte in Lyn Cassidy, un personaggio ombroso che afferma di far parte di un'unità militare sperimentale degli Stati Uniti. Secondo Cassidy, il New Earth Army sta cambiando il modo di fare la guerra. Una legione di "monaci guerrieri" con poteri psichici incomparabili è in grado di leggere i pensieri del nemico, passare attraverso le pareti e perfino uccidere una capra semplicemente fissandola. Ora, il fondatore del programma, Bill Django, è scomparso e la missione di Cassidy è trovarlo. Affascinato dalle storie inverosimili delle sue nuove conoscenze, Bob decide impulsivamente di accompagnarlo nella ricerca.
Figlio di tanto grande cinema satirico che negli anni '70 ha decretato
la grandezza di Hollywood, ecco arrivare fuori concorso a Venezia 2009 "The Men Who Stare at Goats" (id., 2009), esordio alla regia di Grant Heslov, storico collaboratore di George Clooney, cosceneggiatore ad esempio del suo bellissimo "Good Night, and Good Luck" (id., 2005).
Nel portare sul grande schermo lo script di Peter Straughan adattato dal libro di Jon Ronson, Heslov afferma esplicitamente di aver tenuto presente la satira antimilitarista di capolavori come "Mash" (M.A.S.H., 1970) di Robert Altman prima di tutto, ma anche "Comma 22" (Catch 22, 1970) di Mike Nichols o "Il dottor Stranamore" (Doctor Strangelove, 1964) di Stanley Kubrick.
Lo spirito iconoclasta e sulfureo che aveva impregnato tali opere si
ritrova vibrante in questa pellicola, dove un cast d'attori di
grandissima qualità presta ai propri personaggi il massimo
divertimento; da Clooney a Ewan McGregor, da Kevin Spacey a Jeff Bridges,
tutti partecipano con enorme aderenza e spirito di gruppo alla visione
di Heslov, il quale mette in piedi una pellicola che in superficie
lavora come un meccanismo comico perfettamente oliato, dai ritmi
scatenati e dalle battute al fulmicotone.
A livello più profondo poi "The Men Who Stare at Goats"
nasconde un cuore pulsante anarchico e fortemente contestatore,
radicalmente deciso a denunciare l'assurdità della guerra e l'ormai
vuota etichetta di istituzioni conservatrici come l'esercito.
Commedia mirabolante, briosa, piena di trovate assurde ma perfettamente
inserite in una sceneggiatura ad orologeria, l'esordio di Grant Heslov ci
ha regalato un'ora e mezza di divertimento assolutamente intelligente,
grande esempio di cinema d'impegno che costringe il pubblico a
sorridere dopo averlo conquistato a suon di risate. Come al solito,
dalla factory di George Clooney e compagni ci si può aspettare intrattenimento di qualità, e "The Men Who Stare at Goats"
è senza dubbio uno degli esempi fino ad ora più riusciti
dell'intelligenza e dello spirito liberal di questo gruppo di artisti.