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Il corvo compie 25 anni, dieci cose che (forse) non sapevi sul cult con Brandon Lee

Il film di Alex Proyas è stato un evento epocale negli anni '90. Ecco gli aneddoti più curiosi su un set “maledetto”

Il corvo - The Crow

07.05.2019 - Autore: Marco Triolo
L'11 maggio 1994 usciva in USA Il corvo - The Crow, un cult generazionale che è ricordato soprattutto per un tragico evento accaduto sul set: la morte di Brandon Lee. È innegabile che questo fatto abbia avvolto il film di Alex Proyas in un'aura maledetta, trasformandolo in un successo istantaneo. Ma il film, dalla lavorazione piuttosto travagliata, restò impresso anche per altre ragioni, ben più positive. Non solo è un horror “supereroistico” che anticipa l'amore di Hollywood per i personaggi dei fumetti. Ma è un coacervo di riferimenti anni '90 che ne fanno uno dei film più rappresentativi di quel decennio.
 
Cinque anni prima degli abiti neri di Matrix, Alex Proyas aveva colto il look dark del fumetto di James O'Barr, e quella commistione di romanticismo e disperazione che lo aveva reso un successo del fumetto underground. Sono proprio questi elementi, insieme alla colonna sonora firmata da band di enorme successo all'epoca, da The Cure ai Nine Inch Nails, ad aver immortalato il film. Consegnando per sempre la sua sfortunata star alla galleria delle icone del cinema.
 
In occasione del venticinquesimo anniversario dell'uscita in sala de Il corvo, lo celebriamo svelando dieci cose che (forse) non sapevate del film...



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Cosa accadde davvero a Brandon Lee? Nel corso di due decenni, le versioni sulla morte del protagonista, figlio del leggendario Bruce Lee (morto anch'egli in circostanze misteriose), sono state davvero tante. Ecco cosa accadde realmente quel giorno sul set: una pistola era stata caricata con un proiettile vero per una ripresa ravvicinata. Il proiettile era comunque privo di polvere da sparo, per ragioni di sicurezza. Subito dopo la ripresa, il responsabile degli oggetti di scena (non quello delle armi, assente quel giorno) sparò un colpo per svuotare la pistola, commettendo però un grave errore: poiché era privo di polvere da sparo, il proiettile rimase bloccato nella canna. Subito dopo la pistola fu riempita di cartucce a salve, che contengono fino a tre volte la polvere da sparo di una cartuccia normale, per fare più rumore. L'attore Michael Massee, interprete di Funboy, si ritrovò perciò in mano una pistola che conteneva polvere da sparo in abbondanza e un proiettile nella canna. Il proiettile fu quindi sparato fuori dalla polvere e colpì Lee, uccidendolo. Massee smise di recitare per un anno in seguito al trauma, ma fu completamente sollevato da ogni responsabilità nell'accaduto.
 
La frustrazione di Alex Proyas. Il corvo fu il debutto alla regia di Proyas, in precedenza autore di videoclip. Il regista avrebbe voluto girare tutto il film in bianco e nero, in linea con il look del fumetto originale. Ma Paramount Pictures non glielo permise, e così Proyas ideò la palette di colori estremamente desaturata del film.

La frustrazione di James O'Barr. L'autore del fumetto ha raccontato che la prima versione del film propostagli dallo Studio era un musical interpretato da Michael Jackson. O'Barr rise in faccia ai produttori, sicuro che fosse uno scherzo. L'autore non era nemmeno convinto della scelta di Brandon Lee. In seguito, dopo aver incontrato l'attore in costume sul set, si lasciò conquistare dal modo in cui leggeva le battute tratte dal suo fumetto.
 
Una tragica coincidenza. James O'Barr concepì il suo fumetto come metodo per affrontare la morte della sua ragazza, uccisa da un guidatore in stato di ebbrezza. La morte è un tema centrale del film, e il fatto che Lee abbia perso la vita sul set suona come una coincidenza davvero inquietante.
 
Un set fuori controllo. A quanto ha affermato Empire Magazine, il passatempo preferito della troupe sul set de Il corvo era la cocaina. Tra cameraman che giravano sotto l'effetto della sostanza, e membri della troupe che scappavano in bagno tra un ciak e l'altro, la situazione sarebbe stata davvero fuori controllo. Tanto che un membro della troupe ricorda che, un giorno, sentendo uno starnuto, Brandon Lee commentò: “Qualcuno ha appena perso 50 dollari”.



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Un film maledetto. Ma la coca non era l'unico problema sul set. Svariati incidenti, prima ancora di quello fatale, procurarono a Il corvo la fama di film maledetto. Un carpentiere si ustionò seriamente nel primo giorno di riprese; un operaio si trafisse la mano con un cacciavite; un camion contenente attrezzatura prese fuoco; un altro fu folgorato gravemente; uno stuntman si ruppe diverse costole cadendo da un tetto; uno scultore perse la testa e sfondò il laboratorio degli oggetti di scena con l'auto; e infine un uragano distrusse diversi set. Come se non bastasse, Brandon Lee si tagliò con un vetro di scena e l'attore Jon Polito disse che temeva che lui sarebbe rimasto ucciso in un incidente sul set come Vic Morrow durante la lavorazione di Ai confini della realtà. La sua previsione si dimostrò accurata.
 
Un computer ci salverà. Il caso di Brandon Lee fu il primo in cui un attore venne ricostruito al computer in post-produzione. La computer graphic, all'epoca agli albori, fu indispensabile per terminare la lavorazione, visto che Lee doveva ancora girare alcune scene al momento della sua morte. Tra quelle realizzate con l'aiuto di controfigure e CGI ci sono: la sequenza in cui Eric, dopo essersi risvegliato dalla tomba, entra nel suo appartamento. La scena in cui cade dalla finestra (il suo volto venne montato sul corpo di uno stuntman). E quella in cui Eric si trucca: il riflesso nello specchio rotto è stato montato e adattato alle crepe in digitale, mentre la persona che si trucca è una controfigura.

 
A rischio cancellazione. Per poco, Il corvo non fu totalmente cancellato dopo la morte di Lee. All'epoca, se il tuo protagonista moriva prima della fine delle riprese, non c'era molto altro da fare. Venne così creata la compagnia Entertainment Media Investment, per comprare i diritti dalla Paramount e completarlo con la CGI.
 
Prima di Brandon Lee. L'attore non fu il primo a essere considerato per la parte di Eric Draven. River Phoenix (morto nel 1993 in circostanze tragiche) e Christian Slater rifiutarono la parte. O'Barr avrebbe voluto Johnny Depp nel ruolo, ma la cosa non si concretizzò mai.
 
Soldi sporchi. Con i soldi derivati dal film, James O'Barr comprò un'auto alla madre e un un sistema surround per sé. Il resto lo diede in beneficenza. “Ero molto amico di Brandon, perciò mi sembravano soldi sporchi di sangue”, rivelò a una convention nel 2009. “Non volevo trarre profitto a sue spese. Ho tenuto il segreto più a lungo che ho potuto. Non è carità se te ne prendi credito”.