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I gemelli compie trent'anni: cinque ragioni per rivedere la commedia con Schwarzenegger e DeVito

Il film di Ivan Reitman usciva il 9 dicembre 1988. Ecco perché recuperarlo

I gemelli

05.12.2018 - Autore: Marco Triolo
Il 9 dicembre 1988 usciva I gemelli, un cult della commedia anni '80. Sono passati trent'anni da quando Ivan Reitman, regista di Ghostbusters, ebbe la brillante idea di scritturare Arnold Schwarzenegger e Danny DeVito nei panni di due fratelli gemelli decisamente inusuali. Un'accoppiata vincente: il film, stroncato da buona parte della critica di allora, dominò il box office. Costato 18 milioni di dollari, ne incassò 216 nel mondo e fruttò ai due protagonisti le paghe più alte di tutta la loro carriera. Schwarzenegger e DeVito avevano infatti accetto i ruoli in cambio del 20% degli incassi del film.
 
Oggi, I gemelli è visto come un classico del decennio '80, anche grazie ai numerosi passaggi televisivi che contribuirono a marchiarlo a fuoco nella memoria dei ragazzini cresciuti in quegli anni. Ma se siete in cerca di ragioni per scoprirlo o riscoprirlo oggi, eccovene una manciata...

 
Una coppia memorabile. Una coppia di protagonisti così non l'avete mai vista. Schwarzenegger e DeVito sarebbero tornati a lavorare insieme, sempre per la regia di Ivan Reitman, qualche anno dopo in Junior. Ma I gemelli segna la nascita di un duo sulla carta impossibile, eppure proprio per questo perfetto. Il cinema, dopo tutto, si basa sui conflitti, sugli estremi che si incontrano e collaborano per scatenare l'azione o la risata. E Reitman sa certamente come sfruttare questi due al massimo delle loro potenzialità.

 
Schwarzy e la commedia. Prima di questo film, Arnold Schwarzenegger era noto solo per gli action. Il suo fisico imponente e la sua espressione granitica lo rendevano perfetto per incarnare l'ideale dell'eroe, ma nessuno aveva ancora pensato di sfruttarlo come un pesce fuor d'acqua in una commedia pura, nonostante la star avesse già dato prova di saper maneggiare l'umorismo nei suoi ruoli d'azione. Ivan Reitman ci vide lungo e Schwarzenegger dimostrò di essere molto più portato del rivale Sylvester Stallone in questo tipo di ruoli.

 
Facce note. Rivedere I gemelli oggi vuol dire riconoscere dei volti che, magari, all'epoca non ci dicevano molto. Heather Graham, non accreditata, interpreta la madre dei due protagonisti da giovane. Il figlio del regista, Jason Reitman, futuro regista di successo (qui la nostra recente videointervista per The Frontrunner), è il nipote di Granger, uno dei padri dei due gemelli. Nel cast ci sono inoltre David Caruso di CSI: Miami, il colosso Sven-Ole Thorsen e Cary-Hiroyuki Tagawa, oggi noto per la serie L'uomo nell'alto castello. Infine, il chitarrista Jeff Beck appare in un cameo nei panni di... un chitarrista.

 
Un film d'altri tempi. Sembra banale dire che non si fanno più film così, ma qui è un po' vero. Nel bene e nel male. I gemelli è una tipica commedia anni '80 americana, in cui la trama “thriller” è un puro pretesto per snocciolare i temi del film e sviluppare il rapporto tra i due protagonisti. Un film che, rispetto agli standard odierni, si preoccupa meno di ciò che è “politicamente corretto” e, pur essendo realizzato secondo uno standard “per tutti”, ha un lato cattivo nascosto sotto la superficie. Si agita e si agita, non emerge mai del tutto, ma ci accompagna lungo la visione rendendola più speziata del previsto.

 
Ivan Reitman. Ma parliamo dell'uomo dietro questo progetto così bizzarro eppure vincente. Ivan Reitman veniva da Ghostbusters, una commedia acclamata anche dalla critica. I gemelli non ottenne lo stesso favore, eppure il tempo ha provato come anche questo sia un classico. Non al livello di Ghostbusters, sia chiaro, ma comunque è innegabile la capacità del regista di dirigere gli attori e confezionare un prodotto di consumo con una marcia in più.

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