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The Front Runner, il regista Jason Reitman presenta l'ultima prova di Hugh Jackman: "non lo avete mai visto così"

Il film che ha aperto il 36° Torino Film Festival racconta lo scandalo che ha travolto il politico Gary Hart

25.11.2018 - Autore: Pierpaolo Festa, da Torino
Il sorriso di Hugh Jackman buca ancora una volta lo schermo, come accade da ormai vent'anni. Ma si tratta di un sorriso "naturale" solo al cinquanta percento, quello di un politico che nasconde segreti pronti a essere giudicati dal grande pubblico. Così lo vediamo in The Front Runner, film che ha aperto il 36° Torino Film Festival.



Una storia vera diretta dal regista Jason Reitman (già autore degli ottimi Juno, Tra le nuvole e Tully) che affida all'ex Wolverine il ruolo del senatore Gary Hart, la punta di diamante dei democratici USA a metà degli anni Ottanta. L'uomo in prima linea che il partito avrebbe scatenato contro Bush padre nella corsa alla Casa Bianca. Una corsa interrotta bruscamente prima della linea di arrivo, quando nel 1988 Hart fu costretto a ritirarsi travolto dallo scandalo di una sua relazione extra-coniugale. Reitman racconta il momento d'incontro tra il giornalismo politico e i tabloid, una nuova era in cui i reporter si nascondevano tra i cespugli davanti casa dei politici, pronti a inchiodarli e a denunciare i loro scheletri nella vita privata. "Oggi ci svegliamo, accendiamo i nostri dispositivi elettronici, guardiamo le notizie e pensiamo: 'Come diavolo siamo arrivati a questo punto?' - ci racconta il regista - Al fianco di importantissimi articoli di attualità troviamo poi una notizia sull'ennesimo divorzio di una grande star ed è la stessa testata che propone entrambi i contenuti. E noi clicchiamo sulla notizia di gossip". 

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Il suo cinema spesso ha raccontato personaggi alle prese con situazioni scomode e decisioni non del tutto condivisibili da parte del grande pubblico. Lei, però, ha sempre cercato di non giudicare questi protagonisti. 
Si, lascio i buoni e i cattivi ai film Marvel. Il mio "universo cinematografico" è composto da una teenager che diventa mamma, un uomo che di mestiere licenzia le persone e una donna che entra in depressione nel momento in cui dà vita al suo secondo figlio. Non mi interessa definirli buoni o cattivi. Anche Gary Hart, il protagonista di The Front Runner, è un tipo affascinante: uno che ha tutte le carte in regola per diventare presidente. Un uomo dalle grandi idee, ma è anche una persona che commette errori umani. E' proprio attraverso questi errori umani che possiamo chiederci cosa sia importante per noi, in quanto elettori.  
 
Se lo scandalo di Gary Hart fosse accaduto oggi, crede che il movimento MeToo e i media lo avrebbero arrostito all'istante usando parole come "donnaiolo" e "predatore"? 
Non ne sono sicuro. Forse sì, oppure la figura di un politico con una relazione extra-coniugale potrebbe ormai essere solo un puntino nell'orizzonte. Specialmente se consideriamo le malefatte che l'attuale presidente degli Stati Uniti compie ogni giorno. La domanda vera è: come trattiamo la cosa? La consideriamo "notizia" o "entertainment", si tratta dunque di un giudizio vero su un uomo o semplicemente di qualcosa che sfiora il gossip e che seguiamo con lo stesso piacere con cui guardiamo una puntata di Game of Thrones? 
 
Clooney licenziava la gente in Tra le nuvole, Charlize Theron rinunciava al suo fascino e mostrava la sua vulnerabilità in Young Adult e Tully e adesso Hugh Jackman ci presenta uno dei ruoli più ambigui della sua carriera. Gli attori cambiano e si trasformano nei suoi film. 
Hugh si è chiuso totalmente. Lui ha un cuore enorme, è un uomo che si mostra al grande pubblico per come è davvero. E' affascinante e non fa mistero delle sue passioni. Quando entri in una stanza e lo incontri, è come se lui ti ipnotizzasse con la sua classe. La sfida dunque è stata quella di fargli interpretare un uomo che chiude la sua sfera privata al mondo: tutti vorrebbero passare del tempo con questo personaggio e da spettatore lo vuoi capire e conoscere a fondo. E invece lui rimane chiuso. 

 
The Front Runner racconta una vicenda avvenuta trent'anni fa. Un passato che oggi è più che mai attuale con i vari scandali legati ai potenti e con un presidente americano che ancora non si è scrollato di dosso il sospetto flirt con una pornostar. 
Lo abbiamo scritto quando Obama era ancora presidente, più andavamo avanti più lo scenario cambiava. Lo giravo e ovviamente credevo che Hillary Clinton sarebbe arrivata alla Casa Bianca: pensavo, dunque, che The Front Runner sarebbe stata una commedia ironica in cui avremmo descritto le cause che ci avrebbero portato a una realtà parallela che si sarebbe creata con un altro ipotetico presidente. E invece è arrivato Trump ed è andata proprio così. Il mondo è cambiato sotto i piedi di Gary Hart. E cambiava costantemente mentre giravamo il film. 
 
Torniamo ai personaggi del suo cinema: nell'epoca dei sequel si chiede mai che fine abbia fatto Juno? O il Ryan Bingham di Tra le nuvole o la mamma depressa interpretata da Charlize Theron? 
(sorride) Non saprei, evito di pensare al passato o al futuro dei personaggi. Ma se vogliamo giocare un attimo: forse Juno è diventata presidente degli Stati Uniti, il Ryan Bingham di Tra le nuvole ha avuto sette matrimoni, e mamma Charlize ha avuto venti figli!
 
The Front Runner - Il vizio del potere arriverà nei cinema italiani dal 21 febbraio 2019 distribuito da Warner Bros.