Cosa hanno in comune Il miglio verde, Essere John Malkovich, Magnolia, Man on the Moon e molti altri grandi film? È semplice, l'anno di nascita. Nel 2019 si festeggiano infatti i venti anni di titoli indimenticabili, tra i quali non si può non inserire il Tutto su mia madre con cui Pedro Almodovar vinse il Premio Oscar come miglior film straniero.
Guarda le foto: le donne del cinema di Almodovar
Siamo davanti a un gioiello nella splendida carriera del regista manchego, che a settembre compirà 70 anni. E che ha appena presentato al pubblico spagnolo la sua ultima fatica, Dolor y Gloria, un film fortemente autobiografico che promette di toccare il cuore del pubblico come ormai i film di Almodovar fanno con continuità. Proprio a partire da Tutto su mia madre, la perla che avrebbe dovuto vincere la Palma d'Oro al 52º Festival di Cannes (dove si consolò con il premio per la miglior regia) e che lo stesso autore scelse di dedicare "A Bette Davis, Gena Rowlands, Romy Schneider… A tutte le attrici che hanno fatto le attrici, a tutte le donne che recitano, agli uomini che recitano e si trasformano in donne, a tutte le persone che vogliono essere madri. A mia madre".
Era il 16 aprile 1999 e il regista ci presentava questo suo film, con il suo cast di grandi donne e la sua anima ricca di diversità che hanno conquistato più di un benpensante. Un lungometraggio che include citazioni, più o meno esplicite. Almodovar, infatti, infarcisce la vicenda di riferimenti, a partire da quelli al suo cinema più amato: da La sera della prima di John Cassavetes (nell'incidente iniziale) a Eva contro Eva (sin dal titolo), e poi Un tram che si chiama desiderio, Fedora di Billy Wilder, Come sposare un milionario...
Tutto su mia madre, lo script del regista completo di riflessioni personali
Stante il susseguirsi di eventi strazianti, amori sfortunati e gravidanze inconfessabili, il film conferma l'amore del regista per le donne, da sempre al centro del suo cinema. E per le architetture visive e cromatiche, che nel suo periodo più melò acquistano una profondità e una significanza che non sempre avevano raggiunto. Le radici autobiografiche e sentimentali ne fanno un film cardinale, dal quale prese le mosse il decennio più 'fortunato' della sua carriera nel quale vanno inseriti gli splendidi Parla con lei (2002), La mala educación (2004) e Volver - Tornare (2006).
Alla madre addolorata di Cecilia Roth, si uniscono via via la giovane suora sieropositiva di Penelope Cruz, la diva Marisa Paredes e l'instabile Candela Peña, ossessionata ed eroinomane, oltre all'indimenticabile travestito bisessuale Lola, materno e paterno insieme, e la splendida Agrado di Antonia San Juan, il cui ultimo monologo resterà per sempre il coronamento di un vero e proprio capolavoro. L'ultimo e il più eclatante - ed esplicitamente rivolto al pubblico - di una serie di gesti di grande umanità e comprensione, al quale affidarsi per trovare autenticità e speranza. E per cedere definitivamente alla tentazione di rivedere una volta ancora questo indimenticabile e irresistibile Almodrama.
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Guarda le foto: le donne del cinema di Almodovar
Siamo davanti a un gioiello nella splendida carriera del regista manchego, che a settembre compirà 70 anni. E che ha appena presentato al pubblico spagnolo la sua ultima fatica, Dolor y Gloria, un film fortemente autobiografico che promette di toccare il cuore del pubblico come ormai i film di Almodovar fanno con continuità. Proprio a partire da Tutto su mia madre, la perla che avrebbe dovuto vincere la Palma d'Oro al 52º Festival di Cannes (dove si consolò con il premio per la miglior regia) e che lo stesso autore scelse di dedicare "A Bette Davis, Gena Rowlands, Romy Schneider… A tutte le attrici che hanno fatto le attrici, a tutte le donne che recitano, agli uomini che recitano e si trasformano in donne, a tutte le persone che vogliono essere madri. A mia madre".
Era il 16 aprile 1999 e il regista ci presentava questo suo film, con il suo cast di grandi donne e la sua anima ricca di diversità che hanno conquistato più di un benpensante. Un lungometraggio che include citazioni, più o meno esplicite. Almodovar, infatti, infarcisce la vicenda di riferimenti, a partire da quelli al suo cinema più amato: da La sera della prima di John Cassavetes (nell'incidente iniziale) a Eva contro Eva (sin dal titolo), e poi Un tram che si chiama desiderio, Fedora di Billy Wilder, Come sposare un milionario...
Tutto su mia madre, lo script del regista completo di riflessioni personali
Stante il susseguirsi di eventi strazianti, amori sfortunati e gravidanze inconfessabili, il film conferma l'amore del regista per le donne, da sempre al centro del suo cinema. E per le architetture visive e cromatiche, che nel suo periodo più melò acquistano una profondità e una significanza che non sempre avevano raggiunto. Le radici autobiografiche e sentimentali ne fanno un film cardinale, dal quale prese le mosse il decennio più 'fortunato' della sua carriera nel quale vanno inseriti gli splendidi Parla con lei (2002), La mala educación (2004) e Volver - Tornare (2006).
Alla madre addolorata di Cecilia Roth, si uniscono via via la giovane suora sieropositiva di Penelope Cruz, la diva Marisa Paredes e l'instabile Candela Peña, ossessionata ed eroinomane, oltre all'indimenticabile travestito bisessuale Lola, materno e paterno insieme, e la splendida Agrado di Antonia San Juan, il cui ultimo monologo resterà per sempre il coronamento di un vero e proprio capolavoro. L'ultimo e il più eclatante - ed esplicitamente rivolto al pubblico - di una serie di gesti di grande umanità e comprensione, al quale affidarsi per trovare autenticità e speranza. E per cedere definitivamente alla tentazione di rivedere una volta ancora questo indimenticabile e irresistibile Almodrama.
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