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Gli 80 anni di Adriano Celentano: il Molleggiato in dieci ruoli indimenticabili

Da rockstar a star del cinema, Adriano Celentano nella vita è stato anche regista, sceneggiatore e montatore. Ecco un assaggio della sua carriera in dieci ruoli

Adriano Celentano

06.01.2018 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Ottant'anni sono tanti, ma Adriano Celentano li porta sempre benissimo. Uno dei più grandi “urlatori” della nostra canzone, Celentano li compie il 6 gennaio. Ma il Molleggiato non è solo un grande della musica italiana, è stato anche un attore che ha spopolato al cinema tra gli anni '50 e '90, arrivando persino a dirigere alcuni film. Per festeggiare, celebriamo la sua carriera d'attore elencando proprio alcune delle pellicole imperdibili che ha interpretato e, a volte, diretto.

 
Urlatori alla sbarra (1960)
 
Il debutto vero e proprio di Celentano al cinema avviene, dopo un cameo ne I frenetici di Fred F. Sears, in Ragazzi del Juke-Box di Lucio Fulci. Sempre per Fulci, avrebbe interpretato nel 1960 Urlatori alla sbarra, uno dei vari musicarelli prodotti all'epoca nel nostro Paese. Ma uno che ha il ruolo di un piccolo “manifesto” degli urlatori, ovvero i cantanti di rock 'n' roll, che iniziava a scalare le classifiche in Italia in quegli anni. E poi Celentano è affiancato da Mina e nel cast c'è anche il debuttante Lino Banfi.

 
Serafino (1968)
 
Per il grande Pietro Germi, Celentano interpreta un pastore che torna nel suo paesello tra Abruzzo e Marche ed eredita una fortuna dalla zia, costruendosi col tempo una vita diversa da quella che la sua famiglia avrebbe voluto per lui. La storia di una persona semplice che però nasconde nel profondo lo spirito libero di quegli anni.


 
Er più: storia d'amore e di coltello (1971)
 
Prima di Rugantino, Celentano interpreta un ruolo in romanesco in Er più di Sergio Corbucci, storia di rivalità tra i rioni di Roma nel 1900. Celentano interpreta il pescivendolo Nino Patroni, detto Er Più de Borgo, ispirato alla figura di Romeo Ottaviani, er più de Trastevere.

 
Rugantino (1973)
 
Per la regia di Pasquale Festa Campanile, Celentano interpreta un ruolo romanissimo. Fatica ad azzeccare l'accento, ma ha certamente la personalità e il carisma sufficienti a coprire questa mancanza. Accanto a lui, la moglie Claudia Mori, Paolo Stoppa e Pippo Franco.

 
 
Seconda regia di Celentano (dopo Super rapina a Milano), Yuppi du lo vede nel ruolo di Felice, un uomo sposato in seconde nozze dopo la morte della prima moglie Silvia (Charlotte Rampling). Quando però si scopre che questa aveva finto il suicidio, Felice parte per cercare lei e la figlia che Silvia si è portata via. Yuppi du gode di una colonna sonora memorabile, l'omonimo album del Clan di Celentano che ebbe anche un grande successo di vendite, e fu persino presentato in concorso a Cannes. Il regista ha anche montato il film.

 
 
Non è la prima collaborazione di Celentano con Castellano & Pipolo, ma una delle più interessanti. Il bisbetico domato è infatti una rilettura “al maschile” de La bisbetica domata di Shakespeare, ambientata nelle campagne di Voghera. Il Molleggiato interpreta un burbero e misantropo agricoltore (ancora) che verrà salvato dall'amore di una bella ragazza, Lisa (Ornella Muti), capitata lì per caso.

 
 
Ancora per Castellano & Pipolo, Celentano interpreta un campione di poker che, dopo aver stravinto contro un pericoloso avversario, viene ucciso e diventa fantasma. Decide quindi di aiutare la moglie Edwige Fenech a trovare un nuovo marito, incastrando allo stesso tempo quelli che l'hanno voluto morto. Sembra un po' la trama di Ghost con un decennio di anticipo, quella di Asso. Si tratta anche dell'unico ruolo fantastico del Molleggiato.

 
Bingo Bongo (1982)
 
Di nuovo per Pasquale Festa Campanile in questa commedia amatissima dai palinsesti TV anni '80 e '90, in cui Celentano interpreta una sorta di Tarzan trapiantato, anziché in Inghilterra, a Milano. Avventure bizzarre e un finale che tira in ballo persino King Kong, il tutto scandito dalle canzoni dell'album “Uh... uh...”, ovviamente di Celentano.

 
Lui è peggio di me (1985)
 
Enrico Oldoini dirige Celentano e Renato Pozzetto in questa commedia in cui interpretano due amici proprietari di un garage di auto d'epoca. Tra i due si insinua una ragazza, che si innamora di Celentano e rischia di mandare a monte l'amicizia. Ma ovviamente non succederà.

 
Joan Lui - Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì (1985)
 
Il quarto film da regista di Celentano è un musical assurdamente ambizioso, scritto, diretto, montato, musicato e interpretato dal Molleggiato. È anche l'ultimo film in cui recita accanto a Claudia Mori, che abbandonò la carriera d'attrice subito dopo. Celentano assume addirittura contorni cristologici nel ruolo di un predicatore venuto da lontano, che condanna l'ipocrisia della società moderna. Una lavorazione lunga (otto mesi) e costosa (venti miliardi di lire) per un flop che però col tempo è assurto allo status di cult. Celentano finì addirittura in causa con la Cecchi Gori, colpevole di aver tagliato parte del film a sua insaputa per farlo durare di meno.