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Glass di M. Night Shyamalan cade sotto i colpi delle recensioni americane

Il capitolo finale della trilogia che include Unbreakable e Split sarebbe il film più deludente della carriera del regista

10.01.2019 - Autore: Pierpaolo Festa
In arrivo nei cinema dal 17 gennaio, Glass è uno degli eventi cinematografici dell’anno. Il film è il risultato di un’impresa produttiva grazie alla quale il regista M. Night Shyamalan ha convinto due Studios a unire le loro forze per permettergli di girare il sequel ibrido di Unbreakable – Il predestinato (2000) e Split (2016) e mostrare la resa dei conti tra l’invincibile personaggio di Bruce Willis e lo psicopatico con la forza sovrumana interpretato da James McAvoy. Il tutto orchestrato dal genio del male Samuel L. Jackson, il cui personaggio dà il titolo al film. Quello che doveva essere il più grande lavoro di Shyamalan dai tempi di Signs è caduto invece sotto i colpi della critica americana

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A poche ore dalla scadenza dell'embargo sulle recensioni italiane, le testate oltreoceano si sono scatenate contro il film. Il più duro è stato David Ehrlich che su Indiewire parla della “più grande delusione della carriera di Shyamalan”. E aggiunge: “Quello che doveva essere il suo giro della vittoria si rivela invece un lavoro noioso che dimostra come il regista di Unbreakable e Il sesto senso sia finito per sempre”. Secondo Ehrlich: “Il problema di Glass è che il suo creatore vede il proprio riflesso in ogni angolo. O si allontana così tanto dal suo percorso da trasformare il film in una parabola sugli stadi della sua stessa carriera turbolenta. Il problema è che la mai troppo intrigante narrazione meta-testuale poteva essere più densa e più interessante della stupida storia che invece Shyamalan ci racconta in superficie”. 
 
Owen Gleiberman di Variety parla comunque di un ritorno alla forma del regista, tuttavia: “Glass intrattiene senza catturarci davvero. È più denso che emozionante (…) forse perché il dilagare di film tratti dai fumetti ha esaurito quel che resta del mistero degli stessi fumetti”. John DeFore dell’Hollywood Reporter lo definisce “La tiepida conclusione di una trilogia che cerca di unire percorsi narrativi in maniera piacevole e allo stesso tempo di lavorare sodo (e fallire) per convincere gli spettatori che Shyamalan abbia qualcosa di unico e intelligente da offrire all’interno delle troppe storie ispirate ai fumetti”. 
 
Matt Singer di Screencrush evidenzia una questione interessante: “Se Glass fosse un film indipendente e slegato da una saga, e se il pubblico vedesse questi personaggi per la prima volta, allora potrebbe funzionare. (…) Shyamalan ci ha già mostrato la forza del personaggio di Bruce Willis e le abilità di quello di James McAvoy. Allora che senso ha convincere le persone e poi cercare di farle dubitare? Fareste mai un sequel di Superman in cui Lois passa 45 minuti a tentare di convincere fino in fondo Superman del fatto che lui sia veramente in grado di volare? Questo è essenzialmente ciò che Shyamalan fa nel nuovo film”. 

 
Chris Nashawaty di Entertainment Weekly parla di bicchiere mezzo vuoto: “Shyamalan ha sempre combattuto con il suo dono speciale (quello che potrebbe anche essere il suo fardello più grosso): un talento per scegliere dei colpi di scena sorprendenti ed efficaci. Quell’atmosfera giocosa di sorpresa manca in questo nuovo film (...) è facile essere impressionati dal mondo che Shyamalan ha creato e che adesso viene arricchito, ma sarebbe stato bello anche sentire alcune emozioni. Alla fine Glass è più mezzo vuoto che mezzo pieno”. 
 
Scott Mendelson di Forbes lo distrugge scrivendo in prima persona: “una delusione sconvolgente e uno sbaglio artistico monumentale di uno dei miei registi preferiti. È almeno la prova definitiva di una mia teoria: Unbreakable non aveva bisogno di un sequel (…) Questo film arriva dieci anni troppo tardi. Aggiunge poco valore ai suoi predecessori e non offre alcun commento di rilevanza attuale su questo genere specifico. Anzi, rovina una mitologia costruita con cura. È così concentrato su trama e colpi di scena che dimentica di tenere d’occhio i suoi personaggi”. 
 
Chris Evangelista di Slashfilm è deluso al punto da riconsiderare la sua opinione sugli altri lavori del regista: “Ho supportato e amato i lavori di Shyamalan per tanto tempo ma è stato irritante guardare Glass procedere in modo superficiale. ‘Mi sono sbagliato per tutto il tempo?’ – ho pensato. ‘Shyamalan non è un bravo regista?’. La risposta è no. In passato ha mostrato una bellissima conoscenza del linguaggio cinematografico e un controllo da maestro della macchina da presa. Niente di tutto questo è presente in Glass, che ha solo qualche inquadratura memorabile all’interno di uno spazio vuoto”. 

 
Nick De Semlyen al momento è l'unico che vede il bicchiere mezzo pieno. Scrive su Empire: “Essenzialmente è un sequel di Split ricoperto da una spruzzata di Unbreakable. Più debole rispetto a quei due film, ma ha comunque un livello decente di intrattenimento e sequenze spaventose. Soprattutto grazie alla performance di un concentratissimo James McAvoy”.  

Glass arriverà nei cinema dal 17 gennaio distribuito da The Walt Disney Company.