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Gipi regista, la stampa approva

Venezia 68, "L'ultimo terrestre" di Gipi applaudito dai critici

L'ultimo Terrestre - Gabriele Spinelli

08.09.2011 - Autore: Arianna Curcio
Terzo e ultimo film italiano in Concorso a Venezia, “L’ultimo terrestre” del fumettista Gian Alfonso Pacinotti, meglio conosciuto come Gipi, piace decisamente alla stampa.
Dopo l’accoglienza positiva di Terraferma” di Crialese e i fischi dei critici per “Quando la notte” di Cristina Comencini che però si consola con gli applausi del pubblico, “L’ultimo terrestre” termina la gara italiana facendoci riflettere sulla condizione del nostro Paese.

Cosa troverebbero alcuni alieni salpati in Italia? Secondo Pacinotti un Paese triste e irrimediabilmente in crisi. E come reagiremmo noi a contatto con gli extraterrestri? Con razzismo e inutile spiegazioni mistico religiose.

“Volevo prima di tutto raccontare una storia non noiosa”, afferma Gipi alla sua prima prova dietro la macchina da presa. “Poi volevo creare un’ambientazione sociale che potesse ricordare il mio Paese, una terra che ha molta immaginazione sul futuro, ma che ritiene di vivere l’unica realtà possibile”.

In un Festival internazionale che nella sua “parte italiana” è dominato dal tema del diverso, dello slancio ma anche della paura verso gli extracomunitari (“Terraferma”), e dello stravolgimento inaspettato delle nostre vite (“Quando la notte”), “L’ultimo terrestre” chiude il cerchio sulla riflessione al cambiamento, tanto anelato e quasi mai attuato.