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Viggo Mortensen a Roma: “I bravi registi sanno fingere che vada tutto bene”

L’attore alla Festa del Cinema per presentare Captain Fantastic, una favola anarcoide sul valore della famiglia e della paternità alternativa
   

Viggo Mortensen

Viggo Mortensen

17.10.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Viggo Mortensen non lo dice esplicitamente; eppure è il suo abbigliamento a parlare per lui. Alla Festa del Cinema di Roma, dove è arrivato per presentare alla stampa Captain Fantastic con il regista Matt Ross, indossa una camicia turchese estrosa con ghirigori bianchi. Potrà sembrare un dettaglio. Invece è proprio attraverso questo indumento che l’attore sembra voler stabilire un legame tra se stesso e il personaggio dell’hippie Ben, protagonista della pellicola presentata in Selezione Ufficiale in collaborazione con Alice nella città

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Mortensen cosa le è piaciuto di questo personaggio?
 
É stato uno dei più bei copioni ricevuti da anni e questo personaggio mi è piaciuto per vari motivi. Perché è padre di sei figli e vive nella foresta e perché mi interessa il suo viaggio emotivo. Quando ho letto il titolo, mi sono detto che forse di trattava di un personaggio dei fumetti, un supereroe che non ricordavo. Altra cosa che mi è piaciuta è che si tratta di un road movie metaforico e fisico, un viaggio che costringe tutti a cambiare. 
 
Cosa ne pensa delle Presidenziali americane?
 
Questa volta la scelta è pessima. Si tratta della peggior versione di una campagna presidenziale di sempre. 
 
Com’è stato lavorare con un regista che è soprattutto attore? C’è differenza?
 
Matt ha fatto un lavoro eccellente come sceneggiatore e regista. Sul set ha creato un’atmosfera piacevole dove tutti volevano lavorare ogni giorno. E questo pur avendo noi poco budget e altre difficoltà come quella di lavorare con sei ragazzi giovani e avere una difficile legislazione per loro sulle ore massime di presenza sul set. Matt ha cominciato a lavorare prima del girato. Insieme abbiamo fatto scalate, suonato canzoni e tutte le cose che vedete nel film le abbiamo dovuto imparare prima.

Ognuno era libero di fare domande come succede nel film e alla fine della prima giornata di lavoro sembravamo una vera e propria famiglia. Anche oggi ogni volta che vediamo questi ragazzi siamo felicissimi, ci scambiamo delle mail e c’è una vera felicità. Matt è un grande attore e sul set ci dava l’impressione di essere tranquillo. Dentro invece moriva perché non avevamo tempo. C’era sul set l’illusione data dai bravi registi che ci sia tempo e che ci si possa così divertire. 
 
Isolamento e educazione sono due dei temi del film. Lei come si sente, libero? 
 
Non ho mai avuto una filosofia di vita e di lavoro. Io voglio far parte di storie che andrei a vedere al cinema. Sono d’accordo con il personaggio che interpreto perché rappresenta un modello su aspetti come curiosità e onestà. Come atteggiamento non è né di sinistra né di destra. A me piacciono i film contradditori, noi umani lo siamo. E adoro il fatto che il film continui a sorprenderci di volta in volta e che non ci siano veri cattivi o veri buoni. 
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