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E' morto Nagisa Oshima

Uno dei registi più innovativi del cinema giapponese. Nel 1976 ha diretto Ecco l'impero dei sensi

Nagisa Oshima

15.01.2013 - Autore: Pierpaolo Festa
In questo momento, all'interno di uno tanti necrologi che vengono scritti per l'ultimo saluto a Nagisa Oshima, le parole più usate per descrivere il regista sono: innovatore e senza paura. Oshima è morto a ottanta anni.  Da giovane si era ribellato a quello che definiva “il modo di fare cinema dei giapponesi”.

Lasciata l'università di Kyoto, rifiutò di collaborare con registi del calibro di Kurosawa per dare inizio a una nuova ondata di cinema giapponese con pellicole come Il quartiere dell'amore e della speranza (suo film d'esordio datato 1959), Il cimitero del sole e Notte e nebbia nel Giappone. “I miei film sono l'arma della lotta della gente – diceva il regista - E le persone vogliono che il futuro del cinema giapponese sia direttamente legato con il loro futuro”.

Salutato dai critici internazionali come “il Godard del cinema giapponese”, Oshima ha realizzato nel corso degli anni Sessanta tanti drammi politici come L'impiccagione, pellicola in cui attaccava la pena capitale. Nel 1971 ha girato La cerimonia, satira sul conformismo e la xenofobia della società giapponese. In occidente lo abbiamo conosciuto grazie a Ecco l'impero dei sensi (1976), uno dei film più censurati della storia, e per Furyo, interpretato da David Bowie, Takeshi Kitano e Ryuichi Sakamoto. Dopo essere stato colpito da un ictus nel 1996, il regista è tornato a lavorare tre anni dopo in Taboo, il suo ultimo film.
 

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