Non c'era bisogno di una prova per sapere quanto ancora le tragiche gornate del G8 genovese rappresentino, a oltre dieci anni di distanza, una ferita aperta non solo tra chi all'epoca era in piazza per le strade del capoluogo ligure e magari porta ancora i segni delle violenze subite. Del resto è stato proprio questo uno dei motivi che ha spinto Daniele Vicari a raccontare l'orrore di quei giorni in "Diaz - Don't Clean Up This Blood". Ma la notizia dell'esistenza di una circolare interna del Dipartimento di Pubblica Sicurezza che vieta agli agenti di rilasciare dichiarazioni sul film ha dell'incredibile. E pure dell'inquietante.
Se ne parlava già da giorni (e tra gli stessi poliziotti tra l'altro), ma ora è consultabile in rete, grazie al Sindacato di Polizia Coisp. Ed è quindi tutto vero. Queste infatti le esatte parole: "In concomitanza con la proiezione di numerose pellicole cinematografiche
che affrontano la ricostruzione storica di eventi relativi ad attività
di polizia in situazioni ordinarie e straordinarie, si ribadisce che
qualsiasi intervista, partecipazione a convegni o dibattiti, va
autorizzata da questo Dipartimento". Nessuna citazione diretta della pellicola di Vicari, ma il riferimento è più che chiaro. C'è poco da aggiungere. Forse solo che il film in questione assume così un'importanza ancora maggiore.


NOTIZIE
Diaz? Vietato parlare
Una circolare interna della Polizia vieta agli agenti di rilasciare dichiarazioni a proposito di "Diaz". Un (brutto) pesce d'aprile? No, è tutto vero

03.04.2012 - Autore: Guglielmo Maggioni