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Culinary Cinema: Anche la cucina italiana tra le armi segrete di Unbroken

La tradizione familiare emerge importante nelle memorie di Louis Zamperini piu' che nel film di Angelina Jolie

05.02.2015 - Autore: Mattia Pasquini
La seconda fatica da regista di Angelina Jolie e' una "epica di resistenza e coraggio", come recita il sottotitolo di Sono ancora un uomo, libro di Laura Hillenbrand dal quale e' stato tratto il film Unbroken interpretato da Jack O'Connell. La storia di una vita eccezionale, quella di Louis Zamperini, italo-americano legato alle proprie radici tanto quanto informato dagli insegnamenti paterni, quanto a etica e responsabilita'. Atleta, olimpionico, tenente d'aviazione, prigioniero, eroe di guerra e infine cristiano rinato, Louis e' morto il 2 luglio 2014, ma la sua storia resta affidata a un film e a un libro.



Diversi tra loro, anche se non nella sostanza. Alcuni dettagli, pero', almeno dal nostro punto di vista, non sono irrilevanti. Soprattutto considerato il peso e lo spazio che il cibo e la cucina (italiana, per altro) hanno nel libro originario e non sul grande schermo.

Un paio di scene, soprattutto legate ai ricordi del protagonista, ci mostrano la signora Zamperini alle prese con la preparazione di pasti familiariPasta fatta in casa, pesce al forno con limone, ma non i ricorrenti Spaghetti citati piu' volte sulla pagina e in diversi momenti, sia al tempo della frequentazione della University of Southern California - emblematici del nucleo familiare e della appartenenza a esso - sia nel mezzo dell'azione di guerra - in una imprevista similitudine con i cavi nei quali si trova aggrovigliato nel momento dello schianto aereo - sia durante la lunga deriva a bordo dei canotti di salvataggio.



Ma dalle melanzane, il latte e i funghi dei 'pacchi' materni e i conigli cacciati per la zuppa serale della famiglia, al riso o all'uovo e il mandarino goduti durante una prigionia di sevizie fisiche e mentali (come la tentazione di pranzi eleganti e ricchi, elargiti in cambio del tradimento del proprio Paese), fino alle rare e maleodoranti razioni di pesce consumato nelle baracche o - da naufraghi - per salvarsi la vita dopo giorni di digiuno, le citazioni sono continue, e il cibo si rivela un fil rouge che connette diversi momenti della lunga avventura dell'indistruttibile eroe, soprattutto i piu' duri.

Una memoria felice, un porto sicuro ove riparare o tornare nei momenti nei quali piu' lontani si avvertivano i propri affetti e la propria umanita', persino un appiglio ove trovare la forza per andare avanti, come esplicita uno dei pezzi piu' interessanti trascurati dal film e ambientato durante i 47 giorni di navigazione coatta: "Ogni conversazione finiva sempre col tornare all'argomento cibo. Louie si era spesso vantato della cucina di sua madre e a un certo punto Phil gli chiede di descrivere un pasto tipo. Louie comincio' con un piatto, tutti e tre trovarono la cosa soddisfacente e cosi' prosegui', descrivendo ogni portata con il maggior numero di dettagli possibile. Ben presto le specialita' di Louise presero a galleggiare con i tre naufraghi: i sughi si cuovevano sul fuoco, pizzichi di spezie venivano sparsi sui cibi, il burro si scioglieva sulla lingua. Fu cosi' che su canotto nacque un rituale che si ripeteva tre volte al giorno e i cui momenti preferiti erano la torta alla zucca e gli spaghetti… Quando il pasto immaginario era pronto, i tre lo divoravano fino all'ultima briciola, descrivendo ogni boccone".



Nessuna ricetta spicca sulle altre, come si vede, e parlare - consigliandone una in particolare, per altro sicuramente molto classica - di spaghetti avrebbe forse poco senso. Vi rimandiamo quindi al libro, per ritrovare questa anima e condividere l'emozione del protagonista per i suoi piatti del cuore, e al film, per conoscerlo meglio e veder rappresentata la sua epopea, e vi lasciamo con la succitata torta, che potrebbe persino tornarvi utile alla prossima occasione…


Torta alla zucca

(1 ora - 8 persone)

Ingredienti:
pasta frolla per il rivestimento
500 grammi di zucca
65g zucchero semolato
100g zucchero di canna
2 uova intere, piu' il tuorlo di un terzo
150ml panna fresca (0 340g di latte condensato non zuccherato)
2 cucchiaini di cannella
1 cucchiaino di una miscela di noce moscata, cardamomo, chiodi di garofano
1 cucchiaino di zenzero in polvere
sale, scorza di limone

Preparazione:
Preriscaldare il forno a 220°
Battere le uova in un recipiente ampio e aggiungervi gradualmente i due diversi tipi di zucchero, il sale, le spezie e il limone.
Mescolare tutto con il puré di zucca, e via via con la panna (o il latte), fino a che non si amalgami bene.
Versare il composto in uno stampo per torte rivestito di pasta frolla e cuocere a 220° per 15 minuti.
Abbassare la temperatura a 180° e continuare la cottura per altri 50 minuti circa (o fino a che inserento una lama o uno stecchino nella superficie della torta, questi non ne riemergano asciutti), avendo cura di coprirne con della stagnola i bordi o le zone che inizino ad annerirsi.
Lasciar raffreddare la torta (che si affloscera' leggermente) su una gratella per un paio di ore.
Servire accompagnata con panna montata

Nota:
Se non avete a disposizione la piu' classica delle 'polpe di zucca' in lattina, per ottenere il puré di zucca, tagliare la curcubitacea a meta' eliminando la parte centrale e i semi. Foderare una teglia con carta forno o argentata e posarvi la zucca tagliata in strisce e cuocerla a 180° per almeno un'ora, o fino a che diventi tanto morbida da potersi forare con una forchetta. Togliere dal forno e lasciar raffreddare. In alternativa è possibile tagliare la zucca in sezioni e farle cuocere a vapore o, per renderla piu' uniforme, passarla con un passaverdure.
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