
Cercare di elencare tutti i lungometraggi mainstream dedicati al mondo del ciclismo è certamente un'impresa. Esiste però una differenza principale: i film realizzati per il grande schermo sono soprattutto opere di finzione. Quelli, invece, basati su fatti reali a due ruote hanno trovato più spazio in TV. Nel primo caso il cinema ha scelto la bicicletta come elemento chiave di scene madri: una su tutte vede Robert Redford e Katharine Ross in sella a ritmo di Raindrops Keep Fallin' on My Head nello splendido Butch Cassidy (1969). Il grande schermo ci ha anche regalato pellicole agonistiche legate al ciclismo e perfino commedie demenziali: come dimenticare la Coppa Cobram, momento cult di Fantozzi contro tutti (1980)? E' stato soltanto nel ventunesimo che Hollywood si è finalmente decisa a spendere milioni di dollari per usare la bici come protagonista assoluta di un thriller adrenalinico, tutto su due ruote: il notevole Senza freni (2012) che racconta l'impresa di un pony express di New York City, braccato da un poliziotto corrotto. La TV, invece, ci ha offerto l'occasione di assistere alla rappresentazione di veri e propri biopic, molti dei quali tutti italiani: il Bartali di Favino, Pantani impersonato da Ravello (entrambi datati 2006) e Castellitto nei panni di Fausto Coppi (1995).
A consacrare il rapporto cinema-ciclismo ci pensa il Bicycle Film Festival, evento nato nel 2001 a New York in circostanze altrettanto cinematografiche. Il fondatore Brendt Barbur, infatti, ha avuto l'idea dopo essere stato investito da un autobus mentre era sulla bici per le strade di Manhattan. Una decisione legata alla necessità di trasformare un evento tragico in positivo. Dodici anni dopo il suo Festival newyorchese è diventato un evento di portata mondiale con più di cinquanta città che lo replicano per appagare le loro comunità degli appassionati della due ruote.

La cultura dei “bike aficionados” filtrata attraverso un proiettore arriva a Firenze dove il Festival viene allestito dal 26 al 29 settembre, in contemporanea con i mondiali di ciclismo. L'evento è l'occasione di esplorare il dialogo tra cinema e ciclismo declinato in numerose forme e raccontato da diverse nazioni: documentari, cortometraggi, clip musicali, video arte e animazione, provenienti da tutto il mondo, saranno proiettati al pubblico nel corso di tre giorni. Un totale di sessanta titoli tra corti e mediometraggi per raccontare un universo in espansione, rivolgendosi a chi lo ama, ma anche a chi è guidato dalla curiosità verso le infinite strade del mezzo cinematografico. Quei cinefili più incalliti e meno sportivi che magari ricordano con un sorriso che la loro amata Nicole Kidman debuttò come protagonista assoluta proprio in un film intitolato La banda delle BMX (1980).