"Cinecittà occupata". Queste
le due parole che campeggiano su uno striscione rosso e nero appeso
da ieri all'ingresso dei mitici studios italiani di via Tuscolana a
Roma, fondati nel 1937 e oggi in drammatiche condizioni dopo essere
stati negli anni Sessanta il fulcro della Hollywood sul Tevere, quando si producevano film come Vacanze romane, Ben-Hur o Cleopatra e nella Capitale sbarcavano divi come Montgomery Clift, Kirk Douglas, Henry
Fonda, Audrey Hepburn, Orson Welles, Shelley Wintersed Elizabeth Taylor.
Di
fronte all'ipotesi di dismissione industriale che è sempre più
concreta, i lavoratori hanno così deciso di indire uno
sciopero di cinque giorni. Tre di loro sono inoltre saliti sul tetto
di uno degli edifici dove hanno passato la notte. L'obiettivo è
quello di far intervenire il mondo politico (ma anche sensibilizzare
l'opinione pubblica) e di salvare non solo Cinecittà e il
cinema, ma anche un vero e proprio patrimonio nazionale (emblema di
un'eccellenza tutta italica di un tempo ormai lontano), oltre che il
futuro di tanti lavoratori. Il piano aziendale prevede infatti di
esternalizzare le maestranze storiche per lavorare in un parco
giochi sulla Pontina.
Già due anni fa sembrò
che Cinecittà potesse diventare una sede di intrattenimento
con la costruzione di alberghi, beauty farm e parcheggio. Ma ora si
rischia invece il cambio di destinazione d'uso di tutto il sito.
Decretando di fatto l'interruzione di ogni attività produttiva
(dalla postproduzione alla costruzione di scenografie, passando per
il parco macchine) di un vero e proprio bene comune nazionale. E,
forse, la fine di un'epoca.


NOTIZIE
Cinecittà occupata
I lavoratori del celebre complesso di studios italiani si mobilitano per scongiurarne la chiusura

05.07.2012 - Autore: Guglielmo Maggioni