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Bryan Cranston: "Devo tutto a Walter White..."

Il mitico protagonista di Breaking Bad racconta a cuore aperto il personaggio che lo ha reso una star. L'intervista esclusiva

Bryan Cranston

13.10.2012 - Autore: Adriano Ercolani, da New York
Bryan Cranston si presenta all’intervista in abito grigio e cravatta azzurra, impeccabile. Di fronte ci sono io, jeans e maglietta ultranerd col volto minaccioso di Walter White che annuncia: I AM THE DANGER . Lui si siede, vede la T-Shirt e sussurra ironico: “Uno capisce che è arrivato al successo quando finisce sul petto degli altri”.  Divento paonazzo dalla vergogna, riesco appena a sussurrare: “Stamattina mi sembrava una buona idea indossarla, adesso mi sento un po’ stupido”. “Perché mai? - sorride Cranston - Pensi non mi faccia piacere vedere che il mio lavoro viene apprezzato? Se qualcuno ti ha mai detto che non fa caso a queste cose, ti ha mentito, credimi”.

Bryan Cranston intervista Breaking Bad Argo
Breaking Bad 5 - Paura e delirio a San Diego

Come è arrivato Bryan Cranston a Breaking Bad e ad essere un attore di culto?

Con molta fortuna. Quello che dico sempre ai giovani attori, registi o scrittori che in questo ambiente ancora non si sono costruiti una carriera: come può avvenire senza una grande dose di fortuna? Devi avercela per forza. C’è un sacco di gente bravissima in grado di fare questo lavoro, che sia io a farlo è solo un caso.

Come mai credi così ciecamente nella fortuna?
Dieci anni fa ho partecipato a un episodio di X-Files dove ho incontrato Vince Gilligan, il creatore di Breaking Bad. Ecco la ragione per cui sono seduto qui davanti a te. Walter White è il ruolo della mia vita, la ragione di tutto questo. Stavo dirigendo un mio piccolo film nel deserto della California, Last Chance, e stavo letteralmente impazzendo perché non avevo i soldi per finirlo. Alla fine ho terminato le riprese in tre settimane, e poi l’ho montato in tre giorni a Los Angeles. Proprio allora mi chiamò il mio agente: “Lo so che sei impegnato ma che ne dici di un’audizione per X-Files?” Ero al verde, corsi a farla. Il mio look selvaggio, con tanto di baffi lunghi e barba incolta, era perfetto per quella parte, così la ottenni. In questo modo ho incontrato Vince, che per fortuna anni dopo si è ricordato e ha pensato a me per Breaking Bad. Quella volta avrei potuto tranquillamente essere fuori Los Angeles o rifiutare l’audizione, e adesso dove sarei? Un altro attore adesso si troverebbe in questa stanza a parlare con te. Quello che posso dire dunque agli attori è di tenersi preparati, fare bene il proprio lavoro e tentare sempre, ma bisogna comunque avere fortuna.

Però non è soltanto fortuna, tu al personaggio di Walter White hai dato moltissimo…

Tutti gli attori danno qualcosa ai personaggi, ci sono decine di attori fantastici. Lo ripeto: se non ti capita il colpo di fortuna, niente succederà.

Bryan Cranston intervista Breaking Bad Argo
Cranston ha interpretato il ruolo del cattivo in Total Recall. Qui la recensione

E se non succede?

A un certo punto lasci perdere e decidi che devi cominciare a guadagnare, soprattutto se hai una moglie e dei figli da mantenere. Io pur di essere un attore dormirei ancora oggi su un divano. Quando a ventitré anni ho deciso di provarci sul serio ho diviso l’appartamento con una marea di altri ragazzi, perché pensavo ne valesse la pena. Avevo trovato la mia droga, avevo trovato cosa mi arricchiva come persona. Non adopero stupefacenti, bevo un po’ di caffè e amo recitare. Adoro entrare nella pelle di qualcun altro. Quando ho lasciato la serie TV Malcolm dopo sette anni e ho iniziato Breaking Bad, la miglior cosa che la gente potesse dirmi era: “Non avevo idea che fosse lo stesso attore di Malcolm!” Era il complimento che per me valeva di più di qualsiasi altro. Mi faceva sentire capace di nascondermi dove nessuno sapeva.

A che punto siete con Breaking Bad?
Finiremo di girare a metà marzo gli altri otto episodi della quinta stagione e chiuderemo.

Perché secondo te è diventata una serie di culto?
E’ unica perché storicamente in TV i personaggi rimangono sempre identici. Si recita sempre lo stesso ruolo, magari con problemi diversi, ma sostanzialmente non cambia. E’ il modo migliore per accomodare gli spettatori. Vince Gilligan invece ha avuto quest’idea: “E se li scomodassimo?” E’ stato un esperimento, la scommessa di base è stata quella che, se fossimo stati onesti e veri nel tentare di cambiare Walter White da una brava persona a un criminale, attraverso circostanze logiche e plausibili, il pubblico ci avrebbe seguito. E così è stato. Walter ha preso decisioni sbagliate, tremende, violente, ma tutte nel rispetto della logica interna al suo personaggio.

Cosa provi nei confronti di un personaggio che è cambiato così tanto?
L’ho amato, è stato fantastico. E’ il miglior ruolo della mia vita e non credo ne avrò una altro così bello, mai più.

Bryan Cranston intervista Breaking Bad Argo
Un film per Breaking Bad?

Che succederà nell’ultima stagione?
Non lo so, non lo chiedo mai, non voglio rovinarmi la sorpresa.

Adesso però per te si sono spalancate anche le porte del cinema. Come vedi questa nuova esperienza?

Per il momento la vivo come un piacevole lusso.  E’ una cosa diversa, i ritmi al cinema sono molto più lenti. Non è accaduto sul set del mio ultimo film, Argo, diretto da Ben Affleck. C’è  sempre stata una grande tensione propositiva sul set. La maggior parte delle scene le abbiamo girate in uno scantinato in downtown Los Angeles, non è stato facile ma l’atmosfera è sempre rimasta serena e rilassata, merito soprattutto di Ben.

E’ una qualità importante per un regista?

Fondamentale. La questione principale per un attore è potersi rilassare. Se non è calmo non  può focalizzare, concentrarsi. Solo se sei concentrato allora puoi utilizzare la tua immaginazione e portare a termine un lavoro. Se un regista urla alla Von Stroheim o alla David O. Russell, se un regista non mette i suoi attori in condizione di rilassarsi, non otterrà mai il meglio da loro.
In TV è diverso, ti adatti più velocemente, c’è meno bisogno di spiegazioni col cast con cui lavori per mesi e mesi. Essendo io la star di Breaking Bad, prendo molto sul serio il compito di dare il benvenuto ai nuovi attori e metterli a loro agio, metterli in condizione di fare bene il loro lavoro. Lo faccio per due ragioni: primo empatizzo con gli attori, perché questo è quello che sono. Secondo lo faccio per lo show, che ne trarrà beneficio.

Bryan Cranston intervista Breaking Bad Argo
Con Ben Affleck in Argo: qui il trailer

Ultimamente ti abbiamo visto nei ruoli più disparati. Come fai a cambiare pelle con tanta facilità?

E' nella natura di un commediante, che è come mi considero. Amo recitare, amo l’idea di trovarmi in altri caratteri, di sperimentare storie e trame differenti. Ci sono degli equilibri molto delicati quando si fa un film, non è detto che ottimi ingredienti poi facciano un buon piatto. E’ difficile come fare un sufflè. Questa è la bellezza di questo lavoro: nonostante tutte le sicurezze, nonostante i soldi e il successo,  rimane comunque un’incognita legata a delle leggi soggettive. Che poi è l’essenza dell’arte. Io posso credere in un progetto come Argo, sapere che è un film davvero riuscito, ma alla fine non conta niente. Il giudizio importante è quello del pubblico, se andrà o meno a vedere il film.


Ritroveremo Bryan Cranston presto sul grande schermo, sia in Total Recall - Atto di forza (dall'11 ottobre) che in Argo (8 novembre). Entrambi i film sono distribuiti dalla Warner Bros.