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Biografilm Festival, i film da vedere al festival delle vite straordinarie

Un fil rouge di Contaminazione e Accoglienza attraversa i titoli della quattordicesima edizione, una scelta ragionata delle offerte migliori di Cannes, Sundance e Berlino.

25.05.2018 - Autore: Mattia Pasquini
"Il cinema di genere documentario gode di ottima salute" sostiene Andrea Romeo, direttore artistico del Biografilm Festival - International Celebration of Lives, nel presentare la quattordicesima edizione della manifestazione, in programma a Bologna dal 14 al 21 giugno. Una occasione, che si rinnova, di indagare le nuove tendenze cinematografiche, anche attraverso i film migliori espressi dagli altri festival europei e internazionali, o scandagliando il panorama italiano di genere per dare visibilità a nuovi autori e un punto di riferimento ai produttori nostrani.

Tra i titoli di spicco, e più attesi, sicuramente il Jane Fonda in Five Acts di cui vi parlammo proprio dal Festival di Cannes. Ma dalla Croisette arriveranno anche l'opera rock Summer del regista dissidente Kirill Serebrennikov, l'emozionante viaggio nel passato e sulla frontiera italofrancese alla vigilia della Grande Guerra di Les Gardiennes di Xavier Beauvois, il surreale Diamantino - vera sorpresa della Semaine de la Critique - e lo straordinario The Eyes of Orson Welles di Mark Cousin, da non perdere se si vuole scoprire davvero il regista di Quarto Potere.

Molto attesi il discusso Orso d'Oro di Berlino (Touch Me Not, di Adina Pintilie, che saràospite del Festival) e l'Orso d'Argento Mug di Malgorzata Szumowska, oltre ai vari 'acquisti' dal Sundance: On Her Shoulders di Alexandria Bombach (rivelazione della kermesse e vincitrice del premio alla miglior regia), gli Oslo Diaries di Luoshy e Sivan, l'incredibile Matang/Maya/M.I.A di Stephen Loveridge e il We the Animals che riporta proprio al Biogra Jeremiah Zagar, appena insignito del NEXT Innovator Award!

E se The Killing of a Sacred Deer dello Yorgos Lanthimos di The Lobster sarà il titolo che il grosso del pubblico bolognese non vede l'ora di scoprire (dopo il passaggio a Cannes dell'anno scorso), di certo sarà bene mettere in agenda - oltre agli evidenziati sopra - qualcuno dei film che vi presentiamo di seguito. Non prima di aver ricordato il solito ricco programma di concerti e Street Food del Parco del Cavaticcio e soprattutto: la novità della sezione Biografilm Series - con cui il Festival sale "sul carro del vincitore" della serialità di qualità, aprendosi in prospettiva a un futuro più articolato e promettente - e le tessere Cinéphile (per il pubblico delle sale cinematografiche selezionate insieme a I Wonder Pictures) e Welcome (pensata per favorire chi è arrivato in Emilia-Romagna dall'estero e ha deciso di restare a viverci).

In The Greenaway Alphabet, il regista, pittore, artista a tutto tondo Peter Greenaway, premiato l’anno scorso con il Celebration of Lives Award, racconta il suo mondo in un emozionante dialogo con sua figlia nel film diretto dalla moglie Saskia Boddeke.

In anteprima mondiale a Biografilm 2018 sarà poi presentato il primo film interamente dedicato al genio del grande architetto italiano, Renzo Piano: The Architect of Light di Carlos Saura, un ritratto che diventa presto riflessione sul processo creativo.

È in anteprima mondiale a Bologna anche Igort Manga Do. Igort e la via del Manga, in cui il celebre fumettista, durante il suo secondo viaggio in Giappone, ricorda le sue esperienze disegnando i paesaggi e i personaggi incontrati, riflettendo sul tempo e sulla cultura di un Paese così lontano che tuttavia lo ha influenzato profondamente.

Haruki Murakami, o meglio la sua arte vista attraverso gli occhi di chi è chiamato a tradurre le sue opere, è protagonista di Dreaming Murakami di Nitesh Anjaan, un film che oscilla costantemente tra sogno e realtà e, come spesso accade nelle opere dell’autore, spalanca le porte a percorsi nuovi e straordinari.

Tra i musicisti, imperdibili in anteprima a Biografilm – in Concorso Internazionale – il ritratto dello straordinario musicista e sperimentatore Chilly Gonzales (ancora poco noto in Italia, ma non all'estero), Shut Up and Play the Piano di Philipp Jedicke.
 

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www.biografilm.it