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Berlinale 2017: ecco i nomi della giuria internazionale di Paul Verhoeven

Anche Maggie Gyllenhaal e Diego Luna agli ordini del regista-Presidente tra i 'magnifici sei' scelti per la 67° edizione del Festival di Berlino

31.01.2017 - Autore: La redazione
L'anno scorso avevamo avuto la soddisfazione di trovare anche la nostra Alba Rohrwacher tra i giurati scelti per decidere dei premi del Festival di Berlino, che premiarono il lanciatissimo Fuocoammare di Gianfranco Rosi (oggi in corsa per l'Oscar). Quest'anno, a riunirsi agli ordini di Paul Verhoeven, già annunciato Presidente di Giuria della 67° Berlinale (in programma tra 11 e 16 febbraio), saranno tre uomini e tre donne i cui nomi sono appena stati rivelati dall'organizzazione. E che vi presentiamo di seguito:


Maggie Gyllenhaal
attrice (USA)
Forse il volto più noto - a parte quello di Verhoeven - della giuria, la sorella del più giovane Jake Gyllenhaal è una delle attrici più fascinose e richieste dello Show-Biz. Per i suoi ruoli in Donnie Darko (2001), Il ladro di orchidee (2002) e soprattutto Secretary (2002), che ne rivelò la sensualità e le guadagnò il suo primo Golden Globe. Nominata all'Oscar per Crazy Heart (2009), nel 2014 è stata la protagonista della serie tv The Honourable Woman e presto nella produzione HBO The Deuce.

Julia Jentsch
attrice (Germania)
Collega della precedente, ha spesso calcato i palcoscenici teatrali sin dai suoi inizi. Migior esordiente nel 2002, era finalmente approdata al grande schermo con The Edukators (2004) e La rosa bianca - Sophie Scholl (per cui vinse l'Orso d'Argento nel 2005), era stata alla Berlinale nel 2007 con il sottovalutato I Served the King of England di Ji?í Menzel, nel 2009 con Effie Briest (Berlinale Special) e nel 2016 con 24 Weeks (in concorso).

Diego Luna
attore/regista (Messico)
Premio Marcello Mastroianni - insieme all'amico Gael García Bernal, con il quale ha fondato l'organizzazione benefica Ambulante - a Venezia 2001 per Y tu mamá también di Alfonso Cuarón, ha debuttato come regista a Cannes nel 2010 (Abel). Lo abbiamo appena visto in Rogue One: A Star Wars Story di Gareth Edwards, ma è da tempo che lo apprezziamo… Grazie ai tanti ruoli interpretati in Frida (Julie Taymor, 2002), The Terminal (Steven Spielberg, 2004), Milk (Gus van Sant, Berlinale Panorama 2009).

Wang Quan’an
regista/sceneggiatore (Cina)
L'inizio della sua carriera fu come attore, ma gli studi alla Beijing Film Academy furono utili a realizzare il suo film d'esordio nel 1999, Lunar Eclipse, presentato alla sezione Berlinale's Forum nel 2002, dopo molte apparizioni in festival internazionali. Il suo titolo a noi più noto ' probabilmente Il matrimonio di Tuya (in concorso a Berlino nel 2007 e vincitore dell'Orso d'Oro), ma nel 2010 con Apart Together/Tuan yuan aprì la manifestazione tedesca, dove vinse l'Orso d'Argento per la Miglior Sceneggiatura. Di nuovo a Berlino - ancora in concorso - nel 2012 con White Deer Plain/Bai lu yuan (che vinse il Premio per il miglior contributo artistico per la fotografia di Lutz Reitemeier) è tra gli artisti cinesi più 'fortunati' e di casa alla kermesse di Potsdamer Platz.

Dora Bouchoucha Fourati
produttore (Tunisia)
Una vera e propria istituzione, nel 1992 lanciò il 'Projects' Workshop' del Film Festival di Cartagine - e il successivo 'Takmil' del 2014 - per sostenere le cinematografie arabe e africana. A oggi è una produttrice tra le più attive grazie a fiction, documentari e corti, molti dei quali presentati proprio alla Berlinale (Satin Rouge, Berlinale Forum 2006, Foreign Body, Berlinale Forum 2017, Hedi, corto in Concorso nel 2016 e il vincitore del Best First Feature Award e dell'Orso d'Argento per il miglior attore.

Olafur Eliasson
artista (Islanda)
Danese di nascita, lo abbiamo incontrato alle Biennali di Berlino (1998) e Venezia (2003), oltre che alla Tate Modern di Londra (con il suo 'The weather project'). Con sculture, installazioni, dipinti, fotografie e film ha spesso concentrato la propria attenzione su fenomeni fisici e naturali, come la crisi climatica.