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Auguri Albertone! Le frasi più famose dell'immortale Sordi per festeggiare il suo compleanno

Scomparso nel 2003, l'attore romano rimane una presenza costante nel nostro cinema e una fonte inesauribile di aforismi e citazioni

15.06.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Oggi compirebbe 96 anni, ed è un peccato non poter festeggiare un compleanno tanto importante con lui, Alberto Sordi, purtroppo scomparso il 24 febbraio 2003. Eppure l'incontrastato 'Re di Roma' non è morto, anzi. Una pietra miliare - tra le tante della Città Eterna - che continua a vivere nel ricordo dei tanti amanti della commedia italiana e del nostro cinema in generale (che non solo sorrisi ci regalò l'attore e regista, anzi!), degli innamorati del dialetto e della parlata romana e di quanti continuino a riptere nella loro vita di ogni giorno le tante frasi rese famose dall'Albertone nazionale. Alcune delle quali - tratte dalla sua vita privata e professionale - abbiamo voluto ricordare di seguito…

Resta però difficile affidare alla fredda trascrizione alcune di queste perle, rimaste nella storia, per le quali faremo eccezione. A partire dalla celebre scena de I Vitelloni di Federico Fellini:


"La nostra realtà è tragica solo per un quarto: il resto è comico. Si può ridere su quasi tutto"

"Dubito fortemente di poter essere matrimoniabile"

"Non mi sposo perché non mi piace avere della gente estranea in casa"

Un americano a Roma


“Io non so niente! Se lo sapessi ve lo direi! Io sono un vigliacco, lo sanno tutti!” (Oreste Jacovacci, La Grande Guerra di Mario Monicelli)

"C'ho avuta 'a malattia, vostro onore!" (Un giorno in pretura, 1953)

"Ma che, noi italiani ve imponemo a voi forse una trasmissione in televisione de nome Valmontone, Portogruaro, Gallarate? Perché voi ce dovete rompe li cojoni con ‘sto ‘Dallas'?" (Pietro Marchetti, Il Tassinaro, 1983)

"Io le brutte abitudini le prendo subito"

Ladro Lui ladra lei


"Se il mondo fosse come lo presenta un certo cinema d'oggi, sarebbe un incredibile bordello"

"Se Fellini mi dicesse: "Albe', ho una parte per te nel mio prossimo film..." Eh, allora come faccio a dire di no? Con Federico ho fatto "Lo sceicco bianco", "I vitelloni", e se so' quello che sono, oggi, lo devo anche a lui, no?"

"Sa perché dicono che sono avaro? Perché i soldi non li sbatto in faccia alla gente, come fanno certi miei colleghi"

"La pennica è sacra: un'ora e mezza a letto ogni giorno dopo pranzo. Sto disteso e godo nel sentire i clacson in lontananza. Quelli della gente che sta in macchina, in coda, suda, si affanna. Io ridacchio fra me e me e penso: ma 'ndo annate?"

Il marchese del grillo


[Roma] "È diventata un brutto parcheggio. È indecente il modo in cui viene degradata una delle più belle città del mondo"

"A Roma un tempo, se uno passava di corsa, lo prendevano, lo sbattevano contro una porta e gli dicevano: 'Ndo' scappi?'. Perché a Roma, se correvi come un matto, poteva voler dire solo che scappavi"

"Noi abbiamo avuto il privilegio di nascere a Roma, e io l'ho praticata come si dovrebbe, perché Roma non è una città come le altre. È un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi"

"Ah è l'immobilità mio caro, succede. È anche l'umidità. Accadde anche a me molto tempo fa, quando feci il navigatore solitario. Mammà mi diceva sempre: 'non me rompere i coglioni, sei uno smidollato, come uomo non esisti, sei un imbriagone'. E allora mi sono incazzato e un giorno ho detto: 'Basta mi compro una barca e mi faccio il giro del mondo e navigo da solo ecco'. E così compii quest'impresa. Feci il navigatore solitario. Giorno e notte, fra cielo e mare, mare e cielo. In questa natura, padrone del mondo. Lei non sa cosa vuol dire il navigatore solitario. Solo, nell'immensità del mare, in assoluta meditazione, a contatto della natura più pura, è allora che capisci.... quanto sei stronzo, a compiere queste imprese, che non servono a un cazzo" (I Nuovi Mostri, 1977)