Alita: Angelo della battaglia mira allo spettacolo epico, ma secondo la critica internazionale il film non decolla. Trattenuto al suolo da una trama caotica e da un tono che sembra usato soprattutto per rivolgersi a un pubblico di giovanissimi.
Il film è l’adattamento dell’omonimo manga del 1990 scritto e illustrato da Yukito Kishiro. Si tratta di un progetto che James Cameron insegue dal 1995 e che non ha mai potuto dirigere a causa degli impegni su altri set titanici e a causa di una tecnologia che all’epoca era troppo limitata per scommettere su meraviglie visive cyperpunk. Cameron lo ha sceneggiato e prodotto e ha affidato la regia a Robert Rodriguez che per la seconda volta nella sua carriera si ritrova a girare film basati su script di autori con la A maiuscola (Tarantino gli affidò lo script di Dal tramonto all’alba nel 1996). Alita è il film più grosso della carriera di Rodriguez: un budget di 200 milioni di dollari per raccontare le disavventure di un cyborg umanoide in un futuro distopico. Una ragazza (Rosa Salazar ripresa in motion-capture) alla ricerca della verità sulle sue origini che si ritrova a combattere per cambiare il mondo.
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È un’accoglienza non troppo calorosa quella che la critica internazionale ha rivolto ad Alita. 37% di qualità, questo è il livello raggiunto dal film su RottenTomatoes. Poco, considerato che il film è uno dei cavalli di battaglia dell'anno della 20th Century Fox. “Questa avventura cyberpunk sembra mirare alle stesse cifre da capogiro del franchise di Hunger Games – scrive Stephen Dalton su The Hollywood Reporter - Ma uno script farraginoso, una trama confusionaria, personaggi stereotipati e alcune stancanti convenzioni di genere potrebbero ostacolare il suo successo al di là del pubblico appassionato di action-fantascientifici”. Dalton parla di “1500 inquadrature digitali magnifiche”, ma sottolinea come questo pregio venga a mancare nel momento in cui “la storia si riempie di spiegoni, sottotrame illogiche” e tutto si trasforma in “un massacro action”.
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È un’accoglienza non troppo calorosa quella che la critica internazionale ha rivolto ad Alita. 37% di qualità, questo è il livello raggiunto dal film su RottenTomatoes. Poco, considerato che il film è uno dei cavalli di battaglia dell'anno della 20th Century Fox. “Questa avventura cyberpunk sembra mirare alle stesse cifre da capogiro del franchise di Hunger Games – scrive Stephen Dalton su The Hollywood Reporter - Ma uno script farraginoso, una trama confusionaria, personaggi stereotipati e alcune stancanti convenzioni di genere potrebbero ostacolare il suo successo al di là del pubblico appassionato di action-fantascientifici”. Dalton parla di “1500 inquadrature digitali magnifiche”, ma sottolinea come questo pregio venga a mancare nel momento in cui “la storia si riempie di spiegoni, sottotrame illogiche” e tutto si trasforma in “un massacro action”.
Massacro che però strizza l’occhio a un’audience di giovani. Questa la teoria di Peter Bradshaw del Guardian che nella sua recensione assegna al film tre stellette su cinque, sottolineando quanto sembri rivolgersi soprattutto a un pubblico di pre-adolescenti: “La violenza esagerata da cartone animato si concentra più su danni a metalli e circuiti elettronici che su carne e sangue. Questo spiega il modo in cui hanno aggirato il divieto ai minori, puntando su un tono da innocenza teen che avvolge quello che alla fine è un film conservatore (...) Nonostante lo spettacolo, Alita potrebbe finire per diventare intrattenimento per tredicenni (…) Questo film non ha le idee mature, complesse e stimolanti che aveva Ghost in the Shell”. Bradshaw sintetizza il tutto parlando di: “romanzone distopico al gusto di vaniglia”.
"Confuso" e "moscio" sono i termini usati da Darren Franich su Entertainment Weekly: “Questo adattamento del manga è una stancante odissea fantascientifica con effetti digitali piatti ammucchiati su una storia sdolcinata”. Michael Nordine di Indiewire parla però del "miglior film di Rodriguez dai tempi di Sin City (...) Uno sci-fi epico che riesce in qualcosa di raro in quest’epoca di eterni adattamenti e reboot: Alita mantiene le sue promesse e vi lascia con la voglia di vederne ancora”. Phil De Semlyen di Time Out lo definisce “visivamente epico” ma parla di “una collaborazione monotona tra Cameron e Rodriguez e di due talenti la cui somma è inferiore al loro potenziale”.
Guy Lodge di Variety usa un’espressione interessante quando paragona le idee di Cameron a “Rimasugli di una cena fredda” lasciati a Robert Rodriguez. “Una vetrina di effetti speciali dinamici che non decolla a causa di una storia alla Frankenstein troppo lunga ed estenuante che finisce in corto circuito ogni volta che cerca di andare avanti”.
Resta da vedere in che modo il pubblico accoglierà il film. Manca comunque poco all'uscita: Alita: Angelo della battaglia arriverà nei cinema italiani dal 14 febbraio distribuito da 20th Century Fox.
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Resta da vedere in che modo il pubblico accoglierà il film. Manca comunque poco all'uscita: Alita: Angelo della battaglia arriverà nei cinema italiani dal 14 febbraio distribuito da 20th Century Fox.
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