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300: il cult di Zack Snyder e Frank Miller compie dieci anni. Alla scoperta dei suoi segreti

Un cult istantaneo uscito in USA il 9 marzo 2006, che lanciò la carriera di Zack Snyder e cementò la fama di Frank Miller al cinema

300

09.03.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Nel 2006, quando 300 uscì in tutto il mondo (il 9 marzo in USA, il 23 in Italia) e divenne un culto istantaneo, il nome di Frank Miller era già fuoriuscito dalla cerchia di appassionati di fumetti grazie a Sin City, film che lo stesso Miller aveva co-diretto con Robert Rodriguez l'anno precedente. Eppure fu 300 a cementare la fama dell'autore de “Il ritorno del Cavaliere Oscuro” presso il grande pubblico. In realtà, Miller fu coinvolto molto poco nella lavorazione di 300, nel ruolo di consulente e produttore esecutivo; ma il film è innegabilmente una sua creatura, essendo stato realizzato usando il fumetto come storyboard e con il preciso intento di ricrearlo fedelmente.

 
Dietro tutto questo c'è Zack Snyder: oggi è il regista di Batman v Superman e Justice League, ma nel 2006 aveva da poco firmato il suo debutto, L'alba dei morti viventi (remake di Zombi di Romero). Era praticamente un signor nessuno di belle speranze quando, nel tentativo di convincere la Warner Bros. a produrre il film, realizzò una sorta di film d'animazione usando le pagine del fumetto come base, per dare un'idea di ciò che intendeva fare. Lo studio fu colpito dal filmato, ma richiese anche che Snyder realizzasse qualcos'altro per ottenere il via libera. Così Snyder girò un test con un attore, abbigliato da spartano, intento a uccidere diversi persiani. Un video composto da una sola inquadratura a 360°, della durata di novanta secondi. Fu questo a convincere del tutto la Warner.

 
Le riprese di 300 durarono sessanta giorni, e si svolsero quasi interamente in uno studio a Montreal, Canada, davanti a schermi blu (tranne una sola sequenza girata dal vero su una collina a Los Angeles). Prima di arrivare sul set, la troupe spese due mesi in pre-produzione per creare le centinaia di scudi, lance, elmi e spade richiesti (riciclandone alcuni da Troy e Alexander per tagliare i costi). Circa seicento costumi vennero creati da un gruppo di lavoro di sessanta persone. Diciassette furono gli elmi creati solamente per Gerard Butler. Il budget totale del film fu di sessanta milioni di dollari, richiesti anche per il lavoro di post-produzione necessario per creare al computer tutti gli ambienti che circondavano i personaggi, il look saturato della fotografia e gli effetti di luce di tutte le scene. Tutto il girato, insomma, fu pesantemente rielaborato usando software allo stato dell'arte.

 
Alcune cose, tuttavia, non potevano essere create al computer. Tra queste, le famigerate “tartarughe” addominali degli attori. Le sceneggiatura, e il fumetto stesso, richiedevano che gli attori recitassero a petto nudo e, per far risaltare la potenza militare di Sparta e il durissimo addestramento con cui ogni singolo cittadino veniva educato a una vita di battaglie, Snyder affidò gli attori a Marc Twight, scalatore professionista che sottopose il cast a un allenamento intensivo di otto settimane. Gerard Butler si allenò mediamente quattro ore al giorno in palestra, e agli attori veniva impedito di ripetere due volte lo stesso esercizio per evitare che il corpo si abituasse. Butler dichiarò, in seguito, che la preparazione al ruolo di Leonida fu una delle cose più dure che avesse mai fatto.

 
Per chi non lo sapesse, 300 è anche il debutto al cinema di Michael Fassbender, nel ruolo di Stelios. L'attore, all'epoca, non era per niente avvezzo alle “stravaganze” delle produzioni hollywoodiane. Ricorda che la Warner gli pagò un appartamento durante le riprese, ma quando vide le lussuose roulotte in cui alloggiavano i suoi colleghi si pentì di non averne approfittato.

 
Frank Miller concepì 300 perché da lungo tempo affascinato dalla battaglia delle Termopili. Fascinazione nata dopo la visione, da bambino, de L'eroe di Sparta (1962), film di Rudolph Maté che gli insegnò come, a volte, gli eroi dovessero sacrificare la propria vita per essere definiti tali.



300, all'uscita, fu attaccato dall'Iran per come rappresentava i persiani, dipinti come dei veri e propri mostri nel film. Ma sia il film che il fumetto sono in realtà delle visioni surreali e stilizzate. Rappresentano un mondo volutamente onirico ed esagerato e questa visione è giustificata dalla cornice del film: 300 è la versione della battaglia delle Termopili raccontata da Dillios (David Wenham), e dunque non può essere considerata un resoconto obbiettivo e realistico dell'episodio storico. Snyder stesso ha dichiarato come fosse interessato più che altro a realizzare un film coinvolgente che un credibile ritratto storico degli spartani. Arrivò persino a modificare le formazioni e le tecniche di combattimento degli spartani per renderle più cinematografiche.

 
Il risultato è un film sanguinario e visionario, un'opera di culto che si è scavata una nicchia nella memoria collettiva, ha lanciato la carriera del suo regista (che da lì a poco avrebbe adattato un fumetto considerato inadattabile come Watchmen) e ha anche dato origine a un prequel (300 – L'alba di un impero). Ai botteghini mondiali incassò più di 456 milioni di dollari, battendo ampiamente il “cugino” Sin City (158 milioni). Se pensate che sia follia, non lo è. È Sparta.