You're Next

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 Davison sono una famiglia ricca ma poco unita. Nel tentativo di riunire tutti parenti, Aubrey e Paul Davison decidono di festeggiare il proprio anniversario di matrimonio assieme ai quattro figli e ad altre persone care, organizzando una riunione di famiglia in una vecchia casa di villeggiatura. All'inizio sembra che le vecchie rivalitÀ tra fratelli prendano il sopravvento su ogni tentativo di riconciliazione ma, di colpo, le dispute diventano l'ultima delle preoccupazioni: la casa viene presa d'assalto da un gruppo di assassini mascherati armati di asce e balestre. Nessuno conosce la loro identitÀ, nÉ il motivo dell'attacco, nÉ se si trovino all'interno o all'esterno dell'enorme, vecchia casa. Di certo, i Davison non sono al sicuro.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
You're Next
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Eagle Pictures
DURATA
94 min.
USCITA CINEMA
19/09/2013
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2011
di Mattia Pasquini

Quante volte avete urlato rabbiosamente allo schermo, durante l'horror di turno, nel vedere l'eroe o l'eroina - piÙ spesso la vittima - distrarsi dall'azione o dare per morto il mostro di turno finalmente steso sul pavimento? D'altronde - Scream insegna (o meglio, ricorda) - i canoni del genere sono noti, alcuni 'errori' sono inevitabili se si vuole arrivare in fondo a un film slasher e in molti casi hanno fatto la fortuna di intere saghe di Venerdi 13 o Halloween.

Ci piacerebbe dire che You're Next È diverso, ma in qualche modo È effettivamente cosÌ. Come per il recente Quella casa nel bosco - nel quale si giocava abbondantemente con il pubblico e con i riferimenti spontanei, proprio utilizzando una struttura banale e stravista - anche il film di Adam Wingard sfrutta gli stessi modelli, ben radicati nello spettatore, per andare oltre e inserire un tocco personale.

Dopo una sequela di cortometraggi, i lunghi Autoerotic e What Fun We Were Having - e prima (You're Next È del 2011, in realtÀ) di esser chiamato per alcuni episodi di The ABCs of Death e i due V/H/S - non si puo' imputare a Wingard di non conoscere il terreno di scontro. Certo la regia resta un po' grezza, e in molti casi tra lo scolastico e l'inconcludente, ma l'impressione È che tutto (compreso lo sviuppo dei personaggi e delle dinamiche tra loro) sia stato sacrificato - o non particolarmente curato - per dedicarsi all'effetto principale.

Tra riprese finto amatoriali e situazioni ridicole, per panico o immobilismo, il film funziona soprattutto grazie alla presenza di una cellula impazzita che a tratti scardina il giocattolo. E riesce a regalare momenti di sorpresa al pubblico, tanto piÙ liberatori ed entusiasmanti quanto piÙ lo spettatore in questione sia un patito del genere, irritato dalla tendenza autolesionista di cui sopra. Alla fine È la sola Sharni Vinson - modella australiana e ballerina, vista in soap opera e Step Up 3D - a farci saltare sulla sedia, per la partecipazione e la morbosa soddisfazione dei nostri istinti piÙ belluini, piÙ che per la paura. Per il resto l'effetto drammatico, dato da scrittura o interpretazioni, resta piuttosto scarso e si fatica (È un eufemismo) ad empatizzare con le vittime sullo schermo. anche se, in parte, È un esito voluto, cercato e ampiamente giustificato con elementi a venire della trama.

Humor tipicamente USA e variazioni sul tema simpatiche non mancano, ma sarÀ bene non aspettarsi di piÙ. E consolarsi con le capacitÀ creative dimostrate, da questa sorta di Bruce Campbell in gonnella, in possesso di batticarne, frullatori elettrici e accette. Soprattutto nella scena finale, piuttosto poco classica, prima di un epilogo tutto dedicato al pubblico pagante, salutato con un ultimo prevedibile 'gancio'.