Under the Skin

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Il film È tratto dall’omonimo romanzo di Michel Faber "Sotto la pelle" e vede Scarlett Johansson nel ruolo di Isserley, un'aliena che percorre le autostrade deserte a caccia di prede umane, sfruttando la sua bellezza come esca. Isserley avra' modo di conoscere e apprezzare la natura degli uomini e delle donne e mettere cosÌ in dubbio la propria identita' e origine aliena.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Under the Skin
GENERE
NAZIONE
United Kingdom
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Bim
USCITA CINEMA
28/08/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2013
Il re e' nudo. O la regina. O forse nessuno di essi. Forse messa a nudo e' la nostra curiosita' morbosa di vedere 'smascherata' una delle icone femminili moderne, quella Scarlett Johansson - tanto desiderata e mai completamente posseduta, spesso promessa, rubata, ma sempre ritratta - che solo con l'annuncio della sua nudita' completa ha reso famoso l'Under the Skin di Jonathan Glazer, visto a Toronto e Venezia circa un anno fa e finalmente nelle sale italiane.

Una curiosita' che portera' molti a ritrovarsi nel mezzo del film senza ricordarsi come vi erano entrati. Ulteriori vittime della aliena muta, Scarlett. 'Un ET per adulti' lo hanno definito alcuni, e tutto sommato e' una definizione che potrebbe aiutare a capire di cosa si stia parlando; anche se mai abbastanza.

Non sorprende troppo che il regista di Sexy Beast e Birth - Io sono Sean (e di molti spot e videoclip) abbia aggiunto un proprio tocco serioso e ponderoso al romanzo satirico originale di Michel Faber, e forse abbia esagerato in questo senso, ma riuscendo ad andare al di la' della veste estetica scelta e della prolissita' visiva messa in scena ci si potrebbe trovare ad apprezzarne l'originalita'.

Merito anche della 'marionetta' Scarlett, che nell'ultimo anno ha sicuramente saputo dare il meglio di se' nei due film che l'han vista dividersi tra voce (Her) e presenza (Under the Skin, appunto) e che qui attraversa silente un film che si rivela essere della fantascienza piu' interessante vista recentemente, grazie anche a una capacita' di persistenza, data da alcune sue scene, che non ci si aspetterebbe a priori.

La raccolta di cibo, la spontanea (e ben nota) crudelta' nei confronti di bestiame destinato alla soddisfazione di esigenze primarie, la comunicazione non verbale e i limiti della stessa, la scoperta - anche forzata e accelerata dai tempi scelti per la narrazione - della diversita' attraverso la quale sentirsi diversi sono tutti elementi costitutivi e coinvolgenti. Non in maniera lucida e consapevole, magari, ma al tirare delle somme - e al netto di una certa fatica nel partecipare al 'viaggio' - il merito migliore di questo film sara' proprio quello di averci fatto scoprire meno eccitati per la tanto attesa 'rivelazione'.

di Mattia Pasquini