The Walk

The Walk

L’impresa folle e (quasi) impossibile dell’uomo che ha camminato su un filo d’acciaio fra le Torri Gemelle per 45 minuti a più di 400 metri d’altezza. Il regista Premio Oscar Robert Zemeckis dirige il film che racconta la storia vera di un giovane sognatore, il funambolo Philippe Petit, che ha compiuto un’impresa passata alla storia: passeggiare fra le Torri Gemelle del World Trade Center in equilibrio su un filo d’acciaio. Con tanto coraggio e un’ambizione cieca, Petit riesce a superare i limiti fisici, la paura e i divieti delle forze dell’ordine e vincere cosÌ la sua sfida contro tutto e tutti.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
The Walk
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Warner Bros
DURATA
123 min.
USCITA CINEMA
22/10/2015
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2015
di Mattia Pasquini

Son passati tre anni dal Flight con cui Robert Zemeckis aveva (finalmente!) abbandonato la motion capture degli ultimi film per regalarci una storia solida e ricca. Oggi, da appassionato di volo quale È nella realtÀ, il regista di Chicago resta ad alta quota per tentare una sintesi di antico e moderno, di cuore e cronaca.

Della vicenda di Pilippe Petit, l'uomo che aveva camminato sul filo tra le Torri del World Trade Center, aveva giÀ parlato il documentario da Oscar Man on Wire, ma il papÀ di Roger Rabbit e Forrest Gump ce lo aveva annunciato: sarebbe stato un film di fiction, con delle libertÀ, e qualche flashback.

E non si puÒ dire che non sia stato fedele alla parola data, vedendo il racconto del 'Coup' di Petit. Come non si puÒ negare che il vecchio Bob non abbia ancora il coraggio di una volta, soprattutto nello sfidare le aspettative del pubblico e nel portare sullo schermo - ancora una volta - il proprio cinema.

Retorico, allegorico e irreale come in passato, e come il dichiarato "omaggio alle Torri Gemelle" inevitabilmente richiedeva (purtroppo ribadito in un epilogo che avremmo sinceramente 'sforbiciato', come altri finali del regista), questo The Walk potrÀ respingere molti. Per la narrazione fuori campo, per il tono favolistico e per l'esser qualcosa di diverso da un classico 'Caper Movie'. Qualcosa di piÙ. Qualcosa che possa riempire e appagare, gli occhi e i sensi, a patto di immaginarsi su quel cavo. A patto di accettare la follia del protagonista.

Il film vive di momenti, non tutti riusciti. Alcuni troppo caricati di significati, o troppo costruiti per mettere in evidenza i protagonisti, altri per fortuna ricchi di humor e di arte cinematografica. Momenti che ci accompagnano, con un ritmo diseguale, verso un atto finale comunque emozionante. Nel quale la macchina da presa di Zemeckis crea e riempie gli spazi - grazie anche a un 3D notevole - giocando con il racconto di una storia vera e con le incredibili trovate di Petit.

Quello che ne emerge, come il cavo dalle nuvole tra le due torri, È l'insegnamento che tutto È possibile. L'ennesima rivincita di un irriducibile anarchico. Dell'artista nascosto dietro alla maschera 'Petit' che ancora continua a darci lezioni. Mettendo la realtÀ al servizio della fantasia, la follia del genio. Una apparente confusione, perfettamente rappresentata dalla forma scelta, che offre la possibilitÀ di scavare sotto le macchiette e che ci racconta speranza, fede e forza di volontÀ.