

The Sessions

Biopic basato sulla vita del giornalista e poeta Mark O'Brien, menomato a causa della poliomelite. Quando l'uomo decide di esplorare la propria sessualità ingaggia un surrogato che presto svilupperà con lui una relazione morbosa che cambierà il corso della vita di entrambi.

Delicato come i film di James L. Brooks e coraggiosamente “scomodo” come quelli di Mike Nichols. Così è The Sessions – Gli appuntamenti, visto nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival.
La vera storia di Mark O' Brien, poeta e giornalista paralizzato dal
collo in giù e costretto a vivere nel polmone d'acciaio dopo che la
poliomielite lo ha quasi ucciso da bambino. Lo interpreta John Hawkes (era lo zio di Un gelido inverno) in una performance pronta a inchiodare i membri dell'Academy.
Non si tratta di un biopic convenzionale, ma di un'opera – basata su un articolo dello stesso O'Brien – che esplora
il tema della sessualità tra i diversamente abili. Paure ed emozioni,
dipendenze e repulsioni, ma soprattutto il sesso come la scoperta delle
possibilità nascoste del proprio corpo. Il film scatena un
potente paragone: da una parte lo spettatore ha accesso alle confessioni
di O'Brien in chiesa, e dall'altra si assiste alle sue sedute integrali
(le Sessions del titolo) con un “surrogato sessuale” il cui volto è
quello splendido di Helen Hunt, in un ruolo senza paura che potrebbe rilanciare la sua carriera. Se
la prima parte di The Sessions rilancia costantemente le emozioni, la
seconda a tratti esagera un po', aumentando il volume dei sentimenti per
farsi strada verso il cuore di chi sta a guardare.
Il film ha riempito le sale di Torino, provocando non poco gli
spettatori che si sono lasciati andare alle emozioni, alternando lacrime
e sorrisi (ce ne sono tante da entrambi i lati). Memorabile e interpretato da due splendidi protagonisti, The Sessions non sarebbe la stessa cosa se in scena non ci fosse anche William H. Macy – icona del cinema indie e attore feticcio di Paul Thomas Anderson –
nei panni del sacerdote amico del protagonista. Basta osservare
l'inquadratura che Macy condivide con Hawkes mentre ascolta le sue
confessioni e mentre quello gli chiede il benestare per i suoi
“esperimenti sessuali” fuori dal matrimonio. “Penso che per una volta Dio ti darà il lasciapassare” - dice il prete in una delle sequenze più belle del film.
di Pierpaolo Festa