

The Losers

Un gruppo d'élite delle forze speciali americane viene mandato nella giungla Boliviana in una missione di ricerca e distruzione. La squadra composta da Clay, Jensen, Roque, Pooch e Cougar si trova ad essere l'obiettivo di un tradimento letale istigato dall'internom, da un potente nemico conosciuto col nome Max...

di Marco Triolo
Si vince e si perde, a volte si pareggia. Ecco, se c'è un risultato
sportivo che possa meglio paragonarsi a quello di “The Losers”,
diremmo che è proprio il pareggio. Un pareggio di quelli combattuti, di
quelli in cui le squadre hanno modo di sfoggiare tutta la loro tecnica
ed entusiasmo, ma pur sempre un pareggio.
E lo è per un motivo molto semplice: quanto c'è di buono in “The Losers” viene
livellato da una serie di lati negativi che a tratti ne compromettono la
visione. E' un bel problema, visto che la vicenda, così come
costruita e narrata dal francese Sylvain White,
necessiterebbe di un ritmo sincopato privo di pause. Invece, una serie
di elementi interviene a minare spesso quel ritmo.
Innanzitutto, la storia: un gruppo di agenti CIA appartenenti alle forze
speciali viene mandato in Bolivia per una missione segreta. Traditi dal
loro mandante, il misterioso Max, vengono dati per morti ma
tornano in patria e si alleano con Aisha, una donna in cerca di
vendetta, per fermare il piano di Max. Il manigoldo ha infatti messo
gli occhi su una bomba di ultima generazione, capace di cancellare
intere città dall'esistenza senza lasciare residui radioattivi.
Cosa c'è di buono? Principalmente, lo svolgimento del
piano che consente ai Losers di vendicarsi del torto subito. E'
sempre un piacere vedere sullo schermo dei piani geniali eseguiti con
intelligenza e quel briciolo di fortuna che non guasta mai, e White
riesce a condurre i suoi eroi in un viaggio divertente una
portata perfetta da gustare con contorno di pop-corn.
Ma allora, cosa non funziona? In generale, i personaggi sono
poco incisivi, particolarmente i tre che dovrebbero costituire un po' il
cuore della vicenda: Clay (Jeffrey Dean
Morgan), Roque (Idris Elba) e Aisha (Zoe
Saldana) sono dei generici duri dalla battuta facile che
non risultano carismatici come dovrebbero. Funzionano molto meglio i
personaggi secondari: l'autista Pooch (Columbus Short),
il cecchino Cougar (Oscar Jaenada) e,
soprattutto, l'esperto di comunicazioni Jensen. Quest'ultimo
dovrebbe mettere il cuore in pace a tutti i fan di “Capitan
America” che non sono convinti delle capacità di Chris
Evans: come nei “Fantastici
4”, anche qui Evans è in grado di rubare la scena a tutti
quando è il suo turno. Ma la nota più stonata del film è Max,
interpretato con fare gigione e sopra le righe da Jason Patric.
Patric non sembra minimamente interessanto ai suoi dialoghi, e così ne
esce un pessimo cattivo da fumetto.
La regia di White, inoltre, se funziona nelle sequenze di tensione,
scade pesantemente in alcune scene d'azione, dove si esagera con
gli effetti di montaggio “alla MTV”. E' d'obbligo il confronto
con “A-Team”
di Joe
Carnahan, un film molto simile che riesce proprio dove “The
Losers” fallisce: ovvero nel costruire personaggi
travolgenti, che sappiano catturare lo spettatore tanto da vendere le
sequenze più improbabili. La regia di Carnahan è molto più
“tradizionale”, ma anche più funzionale all'azione. Curioso, poi, come
entrambi i film si concludano con uno showdown ambientato in un
porto...
Insomma, “The Losers” è un intrattenimento di medio
livello, che di sicuro non vi annoierà, ma che dimenticherete
rapidamente una volta usciti dalla sala. Un pareggio, come si
diceva, laddove “A-Team” è una discreta vittoria.