The Conjuring - Il caso Enfield
Tornano i coniugi Warren, investigatori del paranormale, per un nuovo terrificante caso da risolvere. Dopo il successo di pubblico e critica, arriva il secondo capitolo dell'horror pronto a lasciare tutti ancora una volta con il fiato sospeso fino all'ultimo secondo. Alla fine del 1977, con gli strascichi di Long Island che ancora li ossessionavano, i Warren si erano imposti una pausa di riflessione e si erano recati a Londra, dove dovettero affrontare un'entità demoniaca che si era insediata nella casa della famiglia Hodgson, nel popolare quartiere di Enfield. Quella che da molti era considerata una mistificazione, divenne uno dei casi più documentati nella storia del paranormale.
VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
The Conjuring 2
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Warner Bros
DURATA
134 min.
USCITA CINEMA
23/06/2016
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2016
di Pierpaolo Festa
Di cosa parliamo quando parliamo di horror? James Wan lo sa bene, è lui l'artigiano numero uno dei film di paura hollywoodiani, prodotti di punta confezionati con grande eleganza che regalano brividi da assaporare con diversi accenni di sorriso sulle labbra e un retrogusto che può garantire qualche incubo ai più impressionabili. Succede in The Conjuring - Il caso Enfield, sequel de L'evocazione, l'horror uscito nei cinema nel 2013 (qui la recensione).
Uno di quei brividi si scatena potente lungo la nostra schiena quando sullo schermo arriva un demone vestito da suora che si aggira in fondo al corridoio di una casa. D'un tratto la manifestazione delle nostre più grandi paure prende vita al cinema: "Chi è quello?" chiede la figlia di Vera Farmiga. Boom! E' in quel momento che il regista fa il suo dovere di "orrorista", creando un'inquadratura statica che vale il film. E' una sequenza che non ci si aspetta, arriva alla luce del giorno, quel periodo in cui solitamente all'interno del genere "case infestate" si è al sicuro.
Wan torna a raccontare la vita dei coniugi Ed e Lorraine Warren, una specie di "acchiappafantasmi" del mondo reale, specializzati in demonologia, paranormale e chiaroveggenza. C'è di nuovo una famiglia al centro di un'abitazione tormentata da spiriti cattivi: quel caso veramente accaduto che da il titolo al film. La scena si sposta dagli USA alla City e a Wan bastano le note di London Calling dei Clash per completare la transizione da questo lato dell'oceano, assicurandosi il 100% di partecipazione dello spettatore.
I primi trenta minuti bruciano a fuoco lento: assistiamo ripetutamente alle notti di terrore di una famiglia composta da una madre single e i suoi tre figli, al centro di un covo di energie paranormali tutt'altro che amichevoli. Questa volta però i coniugi Warren non sono pronti a entrare subito in azione: è il periodo post-Amytiville, quello che è stato il loro caso più celebre che li ha spinti direttamente sotto i riflettori dell'intero pianeta. Un momento in cui si chiedono se è meglio voltare le spalle al mondo dei morti e prendere in mano la vita. Quanto ci metteranno a trovare la forza di rientrare sul ring e combattere il maligno? Riusciranno a farlo prima che la giovane protagonista diventi un tutt'uno con il demone che la possiede?
Il sequel è costruito in maniera opposta all'originale: se nel primo film gli spaventi erano somministrati a piccole dosi fino al finale esplosivo, in questo invece il livello dell'horror è alto sin dall'inizio e da subito capiamo con cosa abbiamo a che fare. Wan inaspettatamente cerca il romanticismo, piazzando al centro della storia due rapporti d'amore: quello di una madre alle prese con la figlia posseduta e quello di coppia dei Warren di cui finalmente assaporiamo il sentimento che li lega. Due outsider in lotta contro il mondo allo scopo di salvarlo. Paradossalmente alcune delle parti migliori del film sono quelle in cui l'horror è lontano e la macchina da presa racconta i pochi momenti di normalità dei personaggi in grado di trovare attimi di vita e di sentimento anche mentre si trovano circondati da presenze ultraterrene.
Si vedono con grande piacere questi horror di James Wan, la cui ricostruzione storica, la fotografia e l'eccellente lavoro di sonoro non si risparmiano mai, spinti al massimo dalla prima all'ultima inquadratura, titoli di coda inclusi. Il blockbuster horror del nuovo millennio è in gran forma, consacrato da questo sequel diretto dall'uomo giusto in grado di garantire una sana esperienza horror al cinema.
Di cosa parliamo quando parliamo di horror? James Wan lo sa bene, è lui l'artigiano numero uno dei film di paura hollywoodiani, prodotti di punta confezionati con grande eleganza che regalano brividi da assaporare con diversi accenni di sorriso sulle labbra e un retrogusto che può garantire qualche incubo ai più impressionabili. Succede in The Conjuring - Il caso Enfield, sequel de L'evocazione, l'horror uscito nei cinema nel 2013 (qui la recensione).
Uno di quei brividi si scatena potente lungo la nostra schiena quando sullo schermo arriva un demone vestito da suora che si aggira in fondo al corridoio di una casa. D'un tratto la manifestazione delle nostre più grandi paure prende vita al cinema: "Chi è quello?" chiede la figlia di Vera Farmiga. Boom! E' in quel momento che il regista fa il suo dovere di "orrorista", creando un'inquadratura statica che vale il film. E' una sequenza che non ci si aspetta, arriva alla luce del giorno, quel periodo in cui solitamente all'interno del genere "case infestate" si è al sicuro.
Wan torna a raccontare la vita dei coniugi Ed e Lorraine Warren, una specie di "acchiappafantasmi" del mondo reale, specializzati in demonologia, paranormale e chiaroveggenza. C'è di nuovo una famiglia al centro di un'abitazione tormentata da spiriti cattivi: quel caso veramente accaduto che da il titolo al film. La scena si sposta dagli USA alla City e a Wan bastano le note di London Calling dei Clash per completare la transizione da questo lato dell'oceano, assicurandosi il 100% di partecipazione dello spettatore.
I primi trenta minuti bruciano a fuoco lento: assistiamo ripetutamente alle notti di terrore di una famiglia composta da una madre single e i suoi tre figli, al centro di un covo di energie paranormali tutt'altro che amichevoli. Questa volta però i coniugi Warren non sono pronti a entrare subito in azione: è il periodo post-Amytiville, quello che è stato il loro caso più celebre che li ha spinti direttamente sotto i riflettori dell'intero pianeta. Un momento in cui si chiedono se è meglio voltare le spalle al mondo dei morti e prendere in mano la vita. Quanto ci metteranno a trovare la forza di rientrare sul ring e combattere il maligno? Riusciranno a farlo prima che la giovane protagonista diventi un tutt'uno con il demone che la possiede?
Il sequel è costruito in maniera opposta all'originale: se nel primo film gli spaventi erano somministrati a piccole dosi fino al finale esplosivo, in questo invece il livello dell'horror è alto sin dall'inizio e da subito capiamo con cosa abbiamo a che fare. Wan inaspettatamente cerca il romanticismo, piazzando al centro della storia due rapporti d'amore: quello di una madre alle prese con la figlia posseduta e quello di coppia dei Warren di cui finalmente assaporiamo il sentimento che li lega. Due outsider in lotta contro il mondo allo scopo di salvarlo. Paradossalmente alcune delle parti migliori del film sono quelle in cui l'horror è lontano e la macchina da presa racconta i pochi momenti di normalità dei personaggi in grado di trovare attimi di vita e di sentimento anche mentre si trovano circondati da presenze ultraterrene.
Si vedono con grande piacere questi horror di James Wan, la cui ricostruzione storica, la fotografia e l'eccellente lavoro di sonoro non si risparmiano mai, spinti al massimo dalla prima all'ultima inquadratura, titoli di coda inclusi. Il blockbuster horror del nuovo millennio è in gran forma, consacrato da questo sequel diretto dall'uomo giusto in grado di garantire una sana esperienza horror al cinema.